Netflix e YouTube diminuiscono la qualità dei video: cos’è il bitrate e cosa cambia se si abbassa
Le misure di isolamento conseguenti al diffondersi dell'epidemia di coronavirus stanno portando decine di milioni di persone in tutta Europa ad affidarsi ai servizi di streaming video online per svagarsi. Il fenomeno è senza precedenti e purtroppo sta causando parecchio stress alle infrastrutture di rete che in Europa portano Internet nelle case e sugli smartphone di tutti i cittadini. Per evitare che questa impalcatura fondamentale collassi, a partire dai prossimi giorni due dei servizi più utilizzati in questo settore — Netflix e YouTube — inizieranno dunque a limitare la qualità dei video che arriveranno sui nostri schermi.
La richiesta dell'Europa
La richiesta ai due colossi è arrivata direttamente dall'Unione Europea, e si fonda su due fattori. Da una parte la rete Internet in Europa — come ovunque nel Mondo — non ha capacità illimitate: esiste cioè un tetto al quantitativo massimo di dati che possono transitare contemporaneamente da un capo all'altro del continente. D'altro canto lo streaming video di film e serie TV ad alta qualità e in tempo reale è in assoluto la tipologia di attività che richiede un quantitativo maggiore di dati trasmessi, soprattutto se moltiplicata per le decine di milioni di persone che in questi giorni si stanno collegando a questi servizi in contemporanea.
Evitare l'ingorgo
Questo elevato traffico di dati può intasare le reti esattamente come avverrebbe con un ingorgo in un'autostrada, lasciando così poco spazio a servizi più importanti come quelli dedicati a smart working e istruzione online. Anche queste attività in effetti fanno e continueranno a fare sempre più uso delle trasmissioni in streaming video, e secondo l'unione europea andrebbe dedicata loro un'ampia corsia preferenziale per permettere che si svolgano correttamente.
Diminuirà il bitrate: ecco cos'è
Chiedere ai cittadini di limitare l'utilizzo di YouTube e Netflix sarebbe stato poco ragionevole, motivo per cui l'Unione si è rivolta direttamente a questi soggetti per chiedere loro una modifica al modo in cui distribuiscono i loro contenuti. In particolare è stato chiesto loro di diminuire il bitrate dei loro video: una misura della quantità di informazioni che ogni secondo viene inviata in streaming e che è dunque indice della qualità finale del video che viene trasmesso.
Un piccolo sacrificio
Sia YouTube che Netflix in effetti dispongono già da tempo di sistemi per limitare questo valore, che servono loro per poter trasmettere video anche a chi è collegato a Internet tramite connessioni particolarmente lente. Sono proprio queste le misure che verranno adottate per tutti, con due risultati: i video ad alta definizione o in 4K lasceranno il posto alle alternative a risoluzione standard, mentre la rete europea rimarrà libera da ingorghi anche quando le misure di isolamento si faranno più restrittive anche negli altri Paesi.