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No, Apple non ha rimosso dallo Store un’app usata per le proteste di Hong Kong

I sostenitori della causa dei manifestanti stanno reagendo alla notizia di una presunta censura digitale da parte di Apple, accusata di aver rimosso dal proprio Store un’app utilizzata per coordinare le proteste. In realtà, come precisa lo sviluppatore, il software è ancora in fase di revisione da parte degli addetti della società.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Le proteste che stanno avendo luogo ormai da mesi a Hong Kong stanno giustamente catalizzando l'attenzione dei mezzi di comunicazione di massa e non solo, ma l'ultima notizia sulle manifestazioni che si sta diffondendo in queste ore è in realtà il frutto di una incomprensione. Secondo quanto stanno riportando numerosi mezzi di informazione sembrerebbe infatti che Apple abbia deciso di rimuovere dal proprio App Store un'app che i manifestanti utilizzano per coordinarsi nelle proteste, mentre in realtà le cose non stanno esattamente così.

L'app in questione si chiama HKMap: è un software di cartografia digitale molto utilizzato dai manifestanti per contrassegnare in tempo reale i luoghi dove si concentrano le attività della polizia – come in una sorta di Waze dedicato però alle proteste in atto ormai da tempo. Nelle scorse ore gli sviluppatori hanno pubblicato su Twitter un intervento nel quale lamentavano una comunicazione da parte di Apple che accusava l'app di "contenere, facilitare o incoraggiare potenzialmente illegali", che in assenza di altre precisazioni dava a intendere che Apple si fosse basata su queste valutazioni per impedire agli utenti iPhone di continuare a scaricare l'app.

In realtà – come precisato dagli stessi sviluppatori – la casa di Cupertino non ha mai ammesso HKMap nell'App Store, semplicemente perché la richiesta di ammissione è ancora nelle sue fasi iniziali e l'app finora è sempre stata disponibile solo su Android. La comunicazione inviata dalla società si riferisce al risultato del processo di revisione durante il quale i suoi addetti sono tenuti a utilizzare un quadro di riferimento piuttosto rigido per valutare le nuove app pervenute. In questi casi gli sviluppatori siano chiamati a fornire chiarimenti sulla natura della propria app e, al termine dell'appello, a vederla eventualmente approvata. È a questo processo che il creatore di HKMap si riferisce nella sua denuncia, parlando di un "macello burocratico" piuttosto che di una attività censoria; in tutto il mondo però i supporter dei protestanti si sono già schierati a sostegno del creatore di HKMap.

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