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No, lo studio sul collegamento tra cellulari e cancro non dimostra nulla

Dopo dieci anni e ingenti finanziamenti lo studio condotto sui ratti per verificare una correlazione tra uso dei cellulari e cancro non è riuscito a dimostrare nessun collegamento certo di causa-effetto. Stando ai risultati si potrebbe sostenere anche, che le onde elettromagnetiche fanno bene ai reni e allungano la vita.
A cura di Juanne Pili
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Un studio sulla correlazione tra cancro e cellulari nei topi è stato pubblicato recentemente nella sua versione ultima dal National Toxicology Program. É durato dieci anni con l’impiego di ingenti finanziamenti. Tuttavia soldi e tempo non aggiungono né tolgono niente alla validità di uno studio o alle interpretazioni che se ne vogliono dare. Anche se è sicuramente emblematico il fatto che – nonostante gli ingenti sforzi – non si sia riusciti affatto a dimostrare un collegamento tra cellulari e incidenza dei tumori nella popolazione. Del resto nulla in questo studio – come in altri simili – riesce a dimostrare che le onde elettromagnetiche “non polarizzanti” dei dispositivi mobili siano cancerogene, al contrario delle radiazioni polarizzanti (come quelle che abbiamo nella radioattività), per ragioni che riguardano la natura stessa delle onde elettromagnetiche e il modo in cui funzionano i nostri organismi, come avevamo già spiegato in un articolo precedente. Per quanto riguarda invece il cosiddetto "riscaldamento" che subirebbero le cellule cerebrali a causa delle onde elettromagnetiche, tali evidenze si sono avute solo ed esclusivamente nelle piastrine da laboratorio.

Uno studio già considerato inconcludente

Dello studio in atto erano stati già resi pubblici i primi risultati nel febbraio scorso e a lavori ultimati nulla è cambiato per quanto riguarda le conclusioni, come faceva notare – definendo lo studio inconcludente – la American Cancer Society:

Non è ancora chiaro se la RFR [radiofrequency radiation], il tipo di radiazione a bassa energia emessa dai telefoni cellulari mentre sono in uso, possa causare effetti nocivi sulla salute delle persone.

L’unica evidenza emersa e presentata in maniera “chiara” riguarderebbe una forma di tumore maligno del cuore, che sarebbe aumentato del 5-7% nei ratti maschi esposti alle radiazioni. Per il resto abbiamo l’incertezza più totale, basti pensare che nel complesso la vita media dei ratti maschi è risultata di durata superiore alla media, mentre l’esposizione avrebbe addirittura abbassato l'incidenza di malattie renali, che pure sono la principale causa di morte nei roditori più anziani. Dando retta alle statistiche senza contestualizzarle in maniera corretta, lo studio potrebbe portarci anche a sostenere che usare ossessivamente i cellulari faccia bene alla salute. Eppure in diversi media è passata l’interpretazione in base alla quale avremmo il corpo del delitto, mentre non si trova ancora l’arma che ha colpito. In realtà non c’è nemmeno traccia del cadavere. Quando si fanno degli esperimenti e si pubblicano i relativi articoli scientifici, se non si riesce a dimostrare in che modo avviene il fenomeno studiato significa che abbiamo una correlazione, ma non un accertato collegamento di causa-effetto. É lo stesso errore che compie chi vorrebbe correlare i vaccini con l’autismo o i videogame sparatutto con le stragi scolastiche in America.

Gli esperimenti condotti non sono rappresentativi

I ratti oltre ad avere una biologia diversa dalla nostra sono stati esposti a 9 ore quotidiane di radiazioni che comunque erano a livelli del tutto superiori a quelli previsti nei nostri dispositivi. Oltre a questo lo stesso John Bucher che ha condotto lo studio, ha ammesso durante una intervista di non aver cambiato di una virgola l'uso personale del cellulare, né ha voluto raccomandare ai propri figli di cambiare le loro abitudini. Ad oggi è possibile attingere già ad una letteratura riguardante studi epidemiologici condotti sugli esseri umani. Come riportato anche dal National Cancer Institute. I ricercatori studiando l’eventuale collegamento tra cellulari e cancro nelle persone, “non hanno mostrato una chiara evidenza di una relazione tra l'uso del telefono cellulare e il cancro”. Alcune associazioni statisticamente significative sono state davvero segnalate (tutte da analizzare nel loro specifico contesto), ma riguardavano alcuni sottogruppi di persone, impedendo di escludere altri fattori (com'è normale che possa avvenire negli studi epidemiologici, dove il fenomeno studiato non può essere controllato nel momento in cui avviene), mentre se diamo uno sguardo generale non abbiamo alcuna variazione che renda giustificabile degli allarmi o suggerire particolari precauzioni.

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