Noi Italiani: Fanpage festeggia i 150 anni dell’Unità d’Italia
L’Italia è una contraddizione in termini, sempre.
Talvolta questa contraddizione partorisce indiscutibili ed ineguagliabili geni, altre volte partorisce dei folli, altre -banalmente- gli esseri più stupidi dell'intero pianeta.
Il nostro è il paese che riesce a dividersi anche quando si tratta di celebrare l’Unità; il nostro è il paese che possiede il 60% del patrimonio artistico mondiale e, nel contempo, quello che meno investe in arte e cultura. Notate le contraddizioni? L’Italia è così. Da sempre. O, almeno, lo è da quando è diventata “Italia”. Le contraddizioni fanno parte di noi, del nostro DNA; forse perché come tutti i popoli amanti della parola e dell’arte della retorica siamo capaci di sostenere tutto e il contrario di tutto servendoci di abbacinanti dissertazioni, e vinciamo sempre il confronto dialettico. Molto spesso, però, perdiamo completamente di vista il problema e poi siamo del tutto incapaci di giungere ad un accordo, presi come siamo dal combattere fino alla morte per dimostrare di aver ragione su tutta la linea. Non siamo mai stati dei gran soldati se si parla di guerra vera, di armi e sangue… Certo, esistono delle eccezioni, ma a differenza dei nostri antenati romani, noi non siamo un popolo di conquistatori. Ma provate a sfidarci ad un confronto verbale, provate a farci cambiare idea… Troverete generalissimi della retorica pronti a morire pur di vincere il confronto dialettico.
Questo è il paese dei Guelfi e dei Ghibellini, è il paese delle fazioni, il paese che si divide sempre. Ma questo paese, oggi, deve festeggiare la sua storia; il giorno in cui –nonostante le divisioni- ci siamo ritrovati a calpestare una terra che per la prima volta dai tempi dell’Impero Romano aveva lo stesso nome, da Nord a Sud.
Al punto in cui siamo, dopo 150 anni, non ha molto senso riportare alla luce i rancori e le ingiustizie che quell’Unità forzata ha prodotto, non ha molto senso discutere del perché e del per come dovremmo sentirci fieri o sdegnati, tristi o felici di essere “una sola nazione”: lo siamo, punto. Non ha molto senso dividersi –ancora una volta- in Guelfi e Ghibellini, in chi è pro e chi è contro, in chi la vuole cotta e chi cruda. Questa perenne lotta all’omologazione è a tratti sfiancante, anche perché andare d’accordo, una volta tanto, non equivale ad “omologarsi”, a produrre il famigerato “pensiero unico”, significa –semplicemente- riconoscere che esiste qualcosa, almeno una, davanti alla quale possiamo mettere da parte croci e forconi e parlare di quello che abbiamo in comune, di ciò che ci rende simili, di quello che tutti –in quanto italiani- condividiamo.
Ed è esattamente questo che noi di Fanpage abbiamo tentato di fare con l’iniziativa “Noi Italiani”. Mettere insieme una serie di eventi, personaggi, oggetti che ci rendono –tutti- fieri della nostra italianità; abbiamo voluto mostrarvi che c’è tanto di buono, tanto per cui sentirsi orgogliosi di appartenere a questa bislacca nazione. Chi non vorrebbe poter vantare di appartenere alla stessa terra che ha dato i natali ad Antonio Gramsci? Uno dei massimi pensatori del ‘900? O di Fabrizio De André, il secondo Sommo Poeta nostrano? Certo, questa è anche la nazione che ha inventato il Fascismo, perché anche quando ci esprimiamo al nostro peggio, noi italiani facciamo la differenza, per quanto in negativo.
Dalle nostre pagine Facebook potrete leggere tutta una serie di approfondimenti storici e biografici sui fatti e i personaggi che hanno reso grande il paese negli ultimi 150 anni. O, semplicemente, potrete condividere le immagini che via via vi proporremo: a mo’ di promemoria, per ricordare a tutti qual è la storia che ci unisce, ci accomuna, ci rende italiani. Tutti. Nessuno escluso.
Perché una cosa è certa: non siamo affatto il paese dell’uomo medio. Non siamo il paese delle intelligenze mediocri, delle mezze misure. Siamo un paese di estremisti che fanno a gara a chi è “più moderato”. Un’altra contraddizione.
La nostra è la tipica situazione dell’odi et amo. Amiamo ed odiamo contemporaneamente questa folle terra, ma la verità è che, nella maggior parte dei casi, l’affetto che sentiamo per la “meglio italianità”, quella che oggi vi mostriamo, alla fine prevale sempre o –se non altro- dovrebbe prevalere almeno oggi.
Mettiamo a riposo le ideologie, mettiamo da parte –per un giorno soltanto- le profonde differenze che ci separano, spesso irrimediabilmente, e prendiamoci un giorno di festa, un giorni di libertà da noi stessi e dalle nostre incrollabili opinioni per festeggiare l’anniversario del giorno in cui abbiamo dovuto guardarci negli occhi ed accettare che eravamo nazione; per un giorno soltanto, proviamo ad essere Popolo, potremmo prenderci gusto.