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NSA, l’agenzia vuole l’accesso completo e diretto alle informazioni custodite dalle aziende

Michael S. Rogers, direttore dell’NSA, suggerisce la creazione di una chiave d’accesso unica – ma composta da più parti – in grado di sbloccare ogni tipo di dispositivo. È solo l’ultima di una serie di proposte che caratterizzano l’ormai accesa lotta tra l’agenzia e le compagnie del settore tech.
A cura di Marco Paretti
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La National Security Agency (NSA) è da tempo impegnata in una battaglia per l'accesso alle informazioni custodite dalle aziende tecnologiche. L'obiettivo dell'agenzia è quello di "spiare" con più libertà milioni di cittadini americani e utenti internazionali che quotidianamente condividono i propri dati con queste aziende, tra le quali troviamo Google, Apple, Microsoft e tutti i social network più conosciuti. Se da una parte le società chiedono al presidente Obama di porre un freno alle richieste dell'NSA, dall'altra l'agenzia è sempre più convinta che per prevenire le attività criminali sia necessario accedere ai dati contenuti negli smartphone e in altri apparecchi elettronici, oltre che all'interno dei portali web.

L'ultima proposta in questo senso arriva da Michael S. Rogers, direttore dell'NSA, che suggerisce la creazione di una chiave d'accesso unica – ma composta da più parti – in grado di sbloccare ogni tipo di dispositivo. In questo modo, se anche ne venisse recuperata una parte, i dati sarebbero al sicuro poiché per accedervi sarebbe necessaria la chiave completa. "Non voglio un ingresso dal retro" ha spiegato Rogers "Voglio accedere dalla porta principale. E voglio che questa porta abbia molti lucchetti. Grandi lucchetti". Le continue pressioni da parte dell'agenzia arrivano in seguito al sempre crescente livello di sicurezza che caratterizza le applicazioni e i dispositivi mobile, talmente efficiente da impedire l'accesso alle informazioni persino al governo.

Secondo Rogers, l'adozione di un accesso "frontale" permetterà di attuare le misure di sicurezza essenziali senza per questo mettere a repentaglio la sicurezza dei dati personali, per esempio rendendoli vulnerabili ad attacchi hacker. Gli esperti del settore, però, fanno notare che una chiave del genere, nonostante sia "fatta a pezzi", può creare falle nella sicurezza dei sistemi. "Non è possibile attuare un sistema del genere senza creare vulnerabilità" ha spiegato Donna Dodson, esperta di sicurezza informatica.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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