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NSA, la maggior parte dei dati intercettati sono messaggi di gente comune

Il Washington Post in una sua indagine sulla NSA, l’agenzia di sicurezza americana al centro dello scandalo PRISM, ha scoperto che le intercettazioni riguardavano per la maggior parte gente comune, riportando conversazioni di carattere personale.
A cura di Francesco Russo
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Il caso scoperchiato da Edward Snowden, PRISM, quello che ha fatto conoscere al mondo il più grave caso di spionaggio degli ultimi anni ad opera della NSA, National Security Agency, l'agenzia di sicurezza americana, secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal Washington Post ha nei fatti intercettato per la maggior parte gente comune. Quello che è effettivamente risultato più grave è stata l'operazione di spionaggio che ha visto coinvolti anche importanti figure politiche europee e abbiamo visto come fossero coinvolte in questo scandalo alcune delle più grandi aziende del settore tech. Ma quello che rileva il WP nel suo reportage è che la NSA nella sua attività di indagine contro il terrorismo internazionale, in quattro anni ha finito per intercettare un numero di persone che risulta essere ben nove volte superiore al totale degli utenti internet, cittadini Usa e non solo.

Quasi la metà di questi file conteneva nomi, indirizzi email o altri dettagli che la NSA contrassegnato come appartenenti a cittadini o comunque residenti negli Stati Uniti. E nella sua attività, la NSA ha cercato di rispettare la privacy mascherando più di 65 mila dati riferiti a persone comuni. Ma il Washington Post nella sua indagine ha trovato altri 900 indirizzi email che potrebbero essere sempre di cittadini Usa o comunque residenti.

Va precisato, comunque, che i messaggi intercettati contenevamo anche informazioni di una certa importanza. Ad esempio: le informazioni di un progetto nucleare estero che doveva restare segreto; e altri di natura simile. Ma i file che ha scoperto il Washington Post mostrano anche che l'attività della NSA fatta su decine di account alias, ha portato poi alla cattura di un costruttore di bombe in Pakistan, sospettato di essere coinvolto nell'attentato terroristico di Bali nel 2002.

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Il materiale che ha esaminato il Washington Post comprende 160 mila indirizzi email e conversazioni su app di messaggistica istantanea, alcune lunghe anche diverse centinaia di pagine, e anche 7.900 documenti tratti da più di 11 mila account online. Questo tra il 2009 e il 2012. E in tutta questa enorme mole di attività di monitoraggio, vi sono finiti anche più di 10 mila account di persone assolutamente comuni che non erano state catalogate. E le storie che erano contenute in queste intercettazioni erano storie di d'amore; di sofferenze per amore; di relazioni sessuali non proprio lecite; crisi personali, finanziarie. Insomma, situazioni che si possono trovare nelle vite di persone comuni. E sono state inoltre raccolte più di 5 mila foto private.

La NSA ha di fatto riportato la vita di persone normali all'interno delle sue indagini e una volta che gli agenti si sono accorti che il materiale raccolto non aveva alcun valore, proprio perchè si trattava di vite normali, ha preferito mantenere tutto archiviato, quando sarebbe bastato invece cancellare tutto. Quello che si temeva di fatto, anche se in parte, è stato dimostrato da questa indagine del Washington Post, sperando che non ci sia altro ancora da scoprire.

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