50 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ormai stiamo sui social anche quando siamo offline

Stando alla tesi di una ricercatrice dell’università di Göteborg, la vita delle persone sui social network non si esaurisce nel loro utilizzo. Le piattaforme sono in grado di influenzare la vita degli utenti anche quando questi sono disconnessi, portandoli a comportamenti che normalmente non avrebbero.
A cura di Lorenzo Longhitano
50 CONDIVISIONI
Immagine

Che i social network siano diventati una parte preponderante del tempo che spendiamo online ormai è noto: se ne sono accorti gli utenti e lo sa bene soprattutto chi queste piattaforme le gestisce, aziende che grazie all'attenzione incondizionata degli iscritti guadagnano miliardi di dollari ogni anno. Quel che forse sta passando inosservato è che queste piattaforme stanno mostrando un potere di condizionamento più sottile e pervasivo nei confronti di chi le utilizza, e che stanno influenzando non solo la nostra vita online ma anche quella offline. È la tesi di Beata Jungselius, una ricercatrice dell'università di Göteborg che ha intervistato un gruppo di utenti Instagram a distanza di 5 anni per analizzare come si sono evoluti i loro comportamenti sul social e lontani dal social durante il tempo trascorso.

Ne è emerso che rispetto a pochi anni fa chi frequenta i social network non si limita alla pubblicazione di contenuti già catturati nel contesto della propria vita quotidiana – come album di foto e interventi testuali – ma comprende pratiche che non sono direttamente visibili sulle pagine web. Gli utenti pianificano la pubblicazione del materiale, tengono sotto controllo gli altri utenti e costruiscono con loro relazioni silenziose basate sull'osservazione dei loro contenuti. Stando alla ricerca, gli utenti dei social inoltre sviluppano sempre più spesso la capacità di rimanere più o meno presenti in un contesto online, anche mentre stanno interagendo con qualcuno a quattr'occhi.

Nessuna di queste tipologie di comportamento appartiene nettamente all'ambito della vita offline e online, perché non sono nessuna delle due cose, pur essendo entrambe. I social media sono insomma diventati ubiqui e tengono occupata una parte dell'attenzione dei loro utenti anche quando questi ultimi non sono connessi o non li stanno aggiornando; formano il comportamento anche quando l'app è chiusa.

Per questo, ammonisce Jungselius, affrontare il problema dell'abuso dei social prendendo in considerazione solamente l'utilizzo attivo rischia di essere fuorviante: quest'ultimo è l'approccio adottato da aziende come Facebook quando promuovono un uso più consapevole dei social; eppure, in un quadro così complesso, andrebbe dato un nuovo significato al concetto di uso, arrivando a comprendere al suo interno anche i momenti in cui i social sono chiusi ma l'influenza invisibile di amici e follower continua ad agire sugli iscritti.

50 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views