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Per il web nessuno ha segreti [VIDEO]

E’ sempre maggiore il numero di informazioni personali che vengono introdotte nel web, ma tutte sembrano condividere lo stesso scopo all’ insaputa degli utenti.
A cura di Daniele Cretella
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Non è certo una novità che la rete sia diventata, soprattutto l' avvento dei social network di ultima generazione, una fonte pressoché inesauribile di dati personali. La domanda che, però, nasce spontanea ogniqualvolta viene completata l' iscrizione ad un servizio web piuttosto che un altro, è sempre la stessa: che fine fanno tutti i dati personali e come vengono gestiti dalle aziende che li richiedono?

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Ebbene, la motivazione principale per la quale vengono richiesti dettagli apparentemente sempre più irrilevanti ed allo stesso tempo personali, risiede semplicemente nella personalizzazione della pubblicità diffusa in rete. A tal proposito, appare decisamente interessante il servizio realizzato da EuroparlTV in occasione di una recente iniziativa legata al Parlamento Europeo per il rinnovo della legislazione comunitaria in materia di privacy ferma ormai al 1995 (un periodo precedente alla diffusione della rete così come intesa oggi).

Il servizio si concentra sul tipico esempio di una teenager francese che tornando da scuole accede ad alcuni dei più popolari social network per rimanere aggiornata sull' attività dei propri amici. Ovviamente, per accedere al servizio, Margaux, questo il nome della ragazzina intervistata, dichiara di aver inserito alcune informazioni personali piuttosto dettagliate, come nome, cognome, città di residenza, scuola e perfino il numero di cellulare. Tutti dati che, siamo abituati ad offrire ormai senza particolari preoccupazioni. Qualche perplessità inizia, però, ad emergere quando a diversi Km di distanza, un esperto di informatica inizia a spulciare immagini ed informazioni sulla ragazzina senza trovare particolari impedimenti per riprodurre l' ecosistema pubblicitario adatto alla personalità di Margaux.

Ma la diffusione dei propri dati personali in rete determina un altro pericolo concreto, ossia il furto di identità. Sono sempre di più, infatti, gli hacker alla ricerca dei dati personali di utenti ignari. Lo scopo principale resterebbe, comunque, quello di arricchirsi utilizzando i profili altrui. Insomma, i tempi sembrerebbero essere decisamente maturi per l' adozione di una nuovo regolamentazione dei dati personali su base europea capace di tutelare gli utenti ed obbligare le azienda (anche quelle d' oltreoceano) ad una gestione più accurata dei propri data base.

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