A gennaio il nuovo decreto fiscale ha imposto agli operatori di tornare ad applicare la tariffazione mensile invece che quella a 28 giorni, ora vietata per legge. Perché, quindi, ai clienti di quasi tutte le compagnie telefoniche continuano ad arrivare offerte anche interessanti con fatturazione a 28 giorni? La risposta è semplice e dipende proprio dalle tempistiche imposte dalla legge di bilancio 2018, che ha fornito agli operatori la scadenza del 5 aprile per adeguarsi alle nuove regole pena il dover pagare salate sanzioni.
In merito a questo cambiamento, le compagnie hanno già annunciato le loro tempistiche di adeguamento: Tim tornerà ad addebiti mensili dal primo aprile, Vodafone dal 25 marzo, 3 Italia dal 24 marzo e Wind dal 5 aprile. Fino a quel momento, gli operatori sono liberi di continuare ad offrire promozioni con fatturazione a 28 giorni e a mantenere questa tariffazione per gli abbonamenti già attivi. Insomma, la procedura è lecita, anche se può sembrare assurda: per le offerte sottoscritte in questi giorni non ci sarà il tempo materiale per arrivare a fatturare dopo 28 giorni.
Le tempistiche dilatate sono poi necessarie agli operatori per potersi adeguare a livello tecnico alle nuove tariffazioni. È però anche vero che le compagnie telefoniche avrebbero potuto essere maggiormente trasparenti nei confronti dei consumatori – che potrebbero non essere aggiornati sulla data entro la quale la tariffazione deve tornare ad essere mensile – spiegando dell'imminente cambio in fase di proposta dell'offerta. L'Agcom, che ha già ripreso gli operatori per la poca trasparenza nelle comunicazioni in merito a questo cambiamento, potrebbe stabilire se anche in questo caso ci siano stati illeciti.