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Perché Jeff Bezos abbandona il comando di Amazon

Nel corso dell’ultimo trimestre di quest’anno l’attuale numero uno del colosso dell’ecommerce abbandonerà la carica di CEO per lasciarla a un successore fidato interno ad Amazon. Le motivazioni dietro alla decisione sono state solo accennate, ma il nuovo ruolo che assumerà nell’azienda Jeff Bezos può aiutare a comprendere le ragioni della sua mossa.
A cura di Lorenzo Longhitano
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A partire dalla fine dell'anno il numero uno di Amazon, Jeff Bezos, lascerà la sua carica a un uomo fidato dell'azienda: l'attuale responsabile della remunerativa divisione Amazon Web Services, Andy Sassy. La decisione è stata comunicata con largo anticipo nella giornata di ieri (in serata in Italia) ma è destinata a far discutere ancora per molto; Bezos del resto lascia le redini di un gruppo che ha fondato ormai 27 anni fa, e lo fa non solo dal podio delle persone più ricche del mondo ma anche in un momento in cui il colosso che ha creato si è dimostrato capace di incamerare 100 miliardi di dollari in un solo trimestre. Le motivazioni dietro alla decisione sono state solo accennate, ma il nuovo ruolo che Bezos assumerà nella sua azienda può aiutare a comprendere le ragioni della sua mossa.

Il nuovo ruolo di Jeff Bezos ad Amazon

L'attuale numero uno di Amazon infatti non abbandonerà l'azienda, ma rimarrà al suo interno nel ruolo di presidente esecutivo. La mossa darà modo a Bezos di mantenere un alto grado di controllo sulla sua creazione, pur lasciando l'onere della gestione operativa nelle mani del nuovo amministratore delegato e del resto dell'organigramma — che peraltro fino a nuove comunicazioni è da considerare immutato. Stando a quanto anticipato dal miliardario nella lettera ai dipendenti nella quale parlava delle dimissioni da CEO, le energie risparmiate gli consentiranno di concentrarsi su nuovi prodotti e iniziative.

Di cosa si occuperà Jeff Bezos in futuro

Tra i progetti citati da Jeff Bezos figurano nomi già noti a chi segue le vicende del colosso dell'ecommerce e del suo fondatore. Il Day 1 Fund e il Bezos Earth Fund sono iniziative a scopo benefico dedite all'educazione delle fasce di popolazione meno abbienti e alla lotta ai cambiamenti climatici; Blue Origin è l'azienda aerospaziale dedicata al turismo e all'esplorazione dello spazio; il Washington Post è la storica testata giornalistica rilevata dal miliardario nel 2013. Nell'insieme si tratta di progetti decisamente meno controversi rispetto all'attività principale finora svolta da Bezos — ovvero numero uno di un'azienda che da quasi 30 anni mette a soqquadro ogni settore nel quale mette piede.

Cambio di immagine

Il risultato sarà per forza di cose un cambio nella percezione pubblica della figura di Jeff Bezos, simile a quello che ha iniziato a interessare l'ex numero uno di Microsoft Bill Gates a partire dal 2000, quando abbandonò la guida dell'azienda che aveva fondato. Allora Gates aveva 45 anni — una dozzina in meno rispetto a quanti ne ha oggi Bezos — ma lui e la sua Microsoft iniziavano a già essere visti da concorrenza e opinione pubblica come minacce al libero mercato nel loro settore di competenza.

Parallelismi a parte, la mossa renderà effettivamente più difficile collegare — almeno a livello di immagine — l'operato dell'azienda alle immense tasche del fondatore: da una parte Bezos resterà il maggiore beneficiario dei profitti di Amazon nel mondo (anche se ne destinerà una parte ad attività benefiche o al progresso); dall'altra, a partire dagli anni prossimi, le controversie che coinvolgono l'azienda non saranno più associate al volto e al nome del secondo uomo più ricco del mondo.

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