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Perché la Turchia vuole boicottare Apple (e perché farà più danni al paese che all’azienda)

Il presidente turco Tayyip Erdogan ha annunciato di voler boicottare tutti i prodotti elettronici in arrivo dagli Stati Uniti, in particolare quelli di Apple. Ma la verità è che il colosso tecnologico sarà toccato solo in minima parte da questa decisione. Che rischia di portare dei danni solo al paese.
A cura di Marco Paretti
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Il presidente turco Tayyip Erdogan ha annunciato di voler boicottare tutti i prodotti elettronici in arrivo dagli Stati Uniti dopo che Donald Trump ha imposto nuove tariffe sul paese, causando un crollo nel valore della lira turca. L'annuncio, specificatamente mirato ad Apple, è arrivato nel mezzo di un periodo di tensioni commerciali tra i due paesi e i due leader. Ma la verità è che il colosso tecnologico sarà toccato solo in minima parte da questa decisione. Che rischia di portare dei danni solo al paese.

"Loro hanno gli iPhone, Samsung è dall'altro lato. Nel nostro paese abbiamo Vestel Venuüs" ha spiegato Erdogan, riferendosi ad un'azienda produttrice di smartphone con base in Turchia. "Insieme alla nostra gente andremo contro al dollaro, l'inflazione e i tassi d'interesse. Proteggeremo la nostra indipendenza economica insieme". Il problema è che questa strategia avrà un impatto maggiore sui turchi e solo minimo sulle aziende tecnologiche americane. In poche parole, come sottolinea Mashable, la Turchia ha bisogno di Apple più di quanto Apple abbia bisogno della Turchia.

Il motivo è presto spiegato: solo il 2,08 percento di cittadini turchi possiedono uno smartphone Vestel, in confronto al 17,42 percento di utenti iPhone. Questo significa che dei 41,09 milioni di utilizzatori di smartphone presenti nella nazione, 7,15 milioni possiedono un telefono della mela. Questo dato rappresenta solo l'1,02 percento degli oltre 700 milioni di utilizzatori Apple nel mondo. In breve, il numero di clienti "persi" con la messa al bando non porterebbe a danni particolarmente importanti per Apple, ma metterebbe in difficoltà quei 7,15 milioni di utilizzatori turchi. Una decisione di questo tipo avrebbe invece effetti ben più devastanti se arrivasse, per esempio, dalla Cina, uno dei mercati più grandi per l'azienda di Cupertino.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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