video suggerito
video suggerito

Perché un Green Pass contraffatto può ingannare i controlli e risultare autentico

In Rete circolano esempi di pass vaccinali fasulli che riescono a passare i controlli dell’app ufficiale del governo, e che dunque possono essere utilizzati per accedere ai luoghi interdetti a chi non possiede una certificazione. Tra le ipotesi su come sia possibile che un pass contraffatto sembri vero, ce n’è una più plausibile di altre.
A cura di Lorenzo Longhitano
25 CONDIVISIONI
Video thumbnail

Il presupposto che rendeva i Green Pass una soluzione sicura per assicurarsi che i proprietari fossero vaccinati o provvisti di tampone era che i documenti non fossero falsificabili, ma a quanto pare questo non è più il caso: come verificato da Fanpage.it, in Rete circolano ormai pass vaccinali fasulli che riescono a passare i controlli dell'app ufficiale del governo – VerificaC19 – e che dunque possono essere utilizzati per l'ingresso nei luoghi interdetti a chi non possiede una certificazione. Come è possibile che questi documenti siano diventati improvvisamente inaffidabili per ora non si può sapere con certezza, ma l'ipotesi più plausibile è che le chiavi di sicurezza private che ne certificavano l'autenticità siano state trafugate o perdute.

Cosa rende autentico un Green Pass

I codici QR che costituiscono ogni certificazione verde sono composti da diversi elementi, come le informazioni relative al proprietario, la tipologia di certificato rilasciato (vaccino o tampone) e le eventuali informazioni specifiche sul vaccino svolto. La parte più importante è però una chiave crittografica, una sorta di firma univoca che viene forgiata da un algoritmo privato nelle mani degli enti sanitari che emettono i green pass: questa chiave viene verificata dall'app VerificaC19 e, se combacia con i criteri codificati nell'app stessa, viene riconosciuta come valida, dando autenticità all'intero documento.

Immagine

Come fa un Green Pass finto a passare i controlli

Se gli algoritmi che vengono utilizzati per generare queste chiavi finiscono in mani illecite, possono essere utilizzati per creare chiavi fasulle che però – agli occhi delle app di verifica – risultano autentiche. È quello che sembra essere successo nel caso dei green pass contraffatti dei quali si sta iniziando a parlare in queste ore: l'origine della falla non è stata scoperta – online si parla della Francia, ma gli indizi a supporto di questa tesi sono facilmente alterabili; l'ipotesi però più plausibile al momento è che questi algoritmi privati siano stati trafugati e vengano ora utilizzati per generare certificati illeciti che sembrano veri.

Cosa può succedere ora

I casi dei green pass intestati ad Adolf Hitler che stanno circolando online lasciano il tempo che trovano per chiunque sappia leggere il contenuto di uno schermo; ovviamente il rischio è che versioni più sofisticate di questo schema riportino nomi e cognomi autentici di chi si fa forgiare uno di questi documenti e permettano dunque a persone non vaccinate e prive di tampone di visitare luoghi al chiuso e altre destinazioni a loro interdette. Se il problema fosse effettivamente una fuga di informazioni che ha messo una di queste chiavi private in mani poco raccomandabili, la soluzione potrebbe essere relativamente semplice: prima revocare la validità di quelle specifiche chiavi, rendendo così inutilizzabili tutti i Green Pass generati con gli algoritmi trafugati; poi reimmettere nuovi Green Pass per tutte le persone con documenti autentici, ma forgiati con le chiavi poi trafugate. Le conferme su quanto possa essere successo devono però ancora arrivare.

25 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views