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Piuttosto che pubblicare le immagini di Immuni, il Governo dovrebbe mostrare il codice sorgente

A poco o nulla serve, in questo momento, farci vedere come sarà Immuni sui nostri smartphone. Le immagini pubblicate dal Governo su Github, raccoglitore di codici sorgente di software e app, è in questo senso ancora più paradossale, perché quello che serve ora è l’aspetto realmente tecnico: come comunica l’app con il server? Quali standard utilizza? È davvero sicura dal punto di vista di possibili attacchi esterni? A queste domande possono rispondere solo i codici sorgente. Non le illustrazioni.
A cura di Marco Paretti
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Bene, ora sappiamo come sarà fatta l'app Immuni. Però il suo funzionamento resta ancora un mezzo mistero. A rendere la situazione ancora più paradossale è la pubblicazione di alcuni dati relativi all'app di tracciamento all'interno di Github, famosa repository dove gli sviluppatori caricano il codice sorgente dei loro programmi. Doveva essere questo il caso anche di Immuni – il cui codice dovrebbe essere open source, come annunciato più volte dal Governo – ma come primi elementi da pubblicare, si è pensato bene di mostrare l'interfaccia grafica dell'applicazione.

Una scelta quantomeno curiosa in un momento in cui l'app viene rimandata a una data non meglio definita e le domande in merito al suo funzionamento – soprattutto lato trattamento dei dati e privacy – non fanno altro che affollarsi. Il problema è che proprio il codice open source può mettere a tacere queste polemiche: una volta pubblicato, consente a chiunque di analizzarlo e scoprire se, per esempio, il Governo dice che l'app non invia dati a un server e invece il software lo fa. È semplice e anche abbastanza banale, ma deve per forza di cose essere pubblicato il codice sorgente. Invece no, a ormai un mese dall'annuncio dell'app che doveva arrivare ai primi di maggio – e che arriverà, forse, a giugno – il codice è ancora un mistero. Però possiamo vedere le illustrazioni dell'app. Non proprio una priorità in questo momento.

D'altronde sul funzionamento dell'app sulla carta e indicato anche dalle schermate pubblicate dal Governo su Github – per mano del CEO di Bending Spoons Matteo Danieli – sappiamo ormai quello che dovevamo sapere. Il tracciamento tramite il Bluetooth Low Energy, gli avvisi a chi ha avuto contatti con una persona positiva e l'utilizzo senza la necessità di indicare dati personali. Questi elementi ora sono chiari, a meno di stravolgimenti dell'ultimo minuto. Quello che serve ora è l'aspetto realmente tecnico: come comunica l'app con il server? Quali standard utilizza? È davvero sicura dal punto di vista di possibili attacchi esterni? Come si integra con il sistema di Apple e Google per il tracciamento? A queste domande possono rispondere solo i codici sorgente. Non le illustrazioni.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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