Quello di Pokémon Go è un successo che, vista l'impostazione del gioco, rischia di sfociare in potenziali rischi, soprattutto per i più piccoli. Lo sottolinea Telefono Azzuro, imponendo una riflessione sulle potenziali criticità di alcuni giochi online per bambini e adolescenti. In particolare modo, spiega l'associazione da trent'anni impegnata a difendere i diritti dell'infanzia, in un momento delicato e critico come il periodo estivo, durante il quale i più piccoli non vanno a scuola, hanno più tempo libero, sono più soli e quindi sempre più “connessi”.
“Nel mondo virtuale, purtroppo, le differenze di età sono annullate. E questo rischia di essere una grossa fonte di pericoli per i minori, che si ritrovano soli e senza difese, esposti alle mire di malintenzionati” ha spiegato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile. “È proprio in questi spazi che si insinuano sempre di più i fenomeni dell’adescamento online e della pedofilia". La realtà aumentata e la geolocalizzazione, che costituiscono i principi fondamentali del gioco, rischiano di esporre i piccoli giocatori a diversi pericoli, primo fra tutti l’adescamento da parte di adulti malintenzionati che possono avere diversi scopi, dalla rapina all’abuso sessuale.
Questo perché l’applicazione si basa sull'interazione tra reale e virtuale: per catturare i Pokémon è necessario esplorare fisicamente la propria città. Questo ha già portato a diversi episodi critici, come quello che ha coinvolto 11 ragazzi tra i 16 e i 18 anni del Missouri, dove un gruppo di quattro rapinatori armati ha sfruttato una funzionalità del gioco per derubare gli ignari giocatori. Allo stesso modo, ricorda Telefono Azzurro, devono essere scongiurati i rischi di investimenti o incidenti stradali dovuti alla distrazione. "Da un lato, occorre che bambini e ragazzi sviluppino una maggiore responsabilità nell’uso di questi strumenti. Su questo Telefono Azzurro promuove, da anni, attività di prevenzione, formazione nelle scuole, ascolto e intervento, con l’obiettivo di promuovere un uso sicuro del web" continua Caffo. "Dall’altro, sono le aziende sviluppatrici di nuove tecnologie a dover giocare un ruolo chiave per garantire che gli strumenti da loro promossi non possano in nessun modo mettere a rischio i minori”.