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Porno sui Google Glass, a breve la prima applicazione [VIDEO]

I nuovi occhiali a realtà aumentata stanno creando nuovi scenari in molti settori. Il porno sembra essere uno di questi con l’arrivo nel futuro di applicazioni specifiche per le riprese di tipo POV.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Interazioni complete con i nuovi Google Glass. Sembra essere questa la nuova frontiera e la nuova volontà per il mondo del porno che vede di ottimo gusto i nuovi occhiali a realtà aumentata come prossima espansione proprio nel campo  dei film a luci rosse. Se da una parte molti degli addetti ai lavori proprio nelle scorse giornate avevano portato affermazioni positive sull'utilizzo degli stessi occhiali nei film hot, oggi si viene a scoprire come anche applicazioni "calde" specifiche per i Google Glass siano già pronte al loro debutto.

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L'esempio ci viene fornito da MiKandi, noto fornitore di contenuti per soli adulti dedicati ai dispositivi basati sul sistema operativo Android. La prima applicazione specifica per i Google Glass è infatti già in una fase avanzata del proprio sviluppo e potrebbe debuttare sul Play Store già dalla prossima settimana. Gli sviluppatori hanno fatto sapere di essere assolutamente impegnati nel rendere fruibile al massimo la loro applicazione proprio per i nuovi Google Glass.

Il cofondatore della società, Jennifer McEwen ha spiegato durante una recente intervista che "gli occhiali sono perfetti per le riprese video POV, ovvero quella tecnica di ripresa cinematografica apprezzata e molto sfruttata nei film solo per adulti". Il porno sembra dunque più pronto di altri settore nel divenire quanto mai efficace proprio per gli occhiali a realtà aumentata del colosso di Mountain View che come sappiamo permette di scattare fotografie e catturare video in maniera del tutto semplice, lasciando libere le mani, una cosa fondamentale nella pornografia POV (Point of View) dove proprio le riprese riflettono ciò che vedono i protagonisti con i propri occhi.

Chiaramente l'approvazione o meno dell'applicazione sarà compito di Google. Proprio la MiKandi nel 2011, venne bloccata da Apple nella richiesta di esternare al pubblico la propria applicazione, anche se in quel caso il blocco giunse per il nome che la società aveva dato al proprio servizio (Adult app store) risultava troppo simile a quello ufficiale della casa di Cupertino.

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