Prende il via oggi a Vienna la prima class action europea contro Facebook
Prende il via oggi presso la corte regionale di Vienna la prima class action contro Facebook. L'azione, iniziata lo scorso anno con una campagna di adesione, è guidata da Max Schrems, studente di legge austriaco, che ritiene, insieme a 25 mila persone che hanno aderito al gruppo "Europe Versus Facebook", che Facebook continui a monitorare i dati dei suoi utenti violando la normativa europea sulla privacy. Ma lo stesso Schrems ha affermato che ad oggi sono più di 50 mila le persone che vorrebbero aderire. Si tratta dunque della più grande class action mai avanzata nei confronti di un social network.
Sono tanti i punti che costituiscono la class action contro Facebook e riguardano: la policy sulla privacy che violerebbe le regole comunitarie UE; il coinvolgimento di Facebook nello scandalo Prism, fornendo dati alla NSA; l'assenza della possibilità di poter dare il proprio consenso alla diverse tipologie di dati; il tracciamento degli utenti verso i siti web attraverso il bottone "Like"; l'introduzione del "Graph Search" considerato illegale; la non conformità con le richieste di accesso ai dati; l'approvazione di app di terze parti che permettono l'accesso alle informazioni degli utenti; il monitoraggio dei dati degli utenti attraverso la big data analytics.
Tutte le spese legali per affrontare questa fase sono a carico dello studio legale austriaco Roland ProzessFinanz AG. Gli eventuali danni da risarcire sono stati tenuti volontariamente bassi e dovrebbero quantificarsi in 500 euro per utente.
L'udienza di oggi ha riguardato le obiezioni procedurali in relazione alla giurisdizione della querela nei confronti di Facebook, la quale continua a sostenere che che la corte di Vienna non sia competente ai sensi delle norme di procedura europea. Anche se, di fronte alla protesta di Facebook il gruppo "Europe Vs Facebook" risponde che il diritto comunitario consente ai consumatori la possibilità di citare in giudizio le imprese presso "il tribunale competente del paese di origine". In questo caso appunto l'Austria.
Il gruppo specifica che ad essere citata in giudizio è Facebook Ireland, la società controllata da Facebook che ha sede a Dublino dove sono situati gli uffici della sede europea della società di Mark Zuckerberg. Questo perchè, al di fuori di Usa e Canada, tutti gli utenti hanno stretto un accordo proprio con Facebook Ireland, quindi l'80% degli utenti globali del social network.
Facebook inizia dunque proprio da questa class action ad affrontare il problema della gestione della privacy che proprio in questi giorni viene sollevato anche da altri paesi europei. Il Garante della Privacy in Belgio, ad esempio, ritiene che la policy della privacy di Facebook violi il diritto comunitario in termini di tutela dei consumatori, inclusa l'assenza di un consenso da parte degli utenti al trattamento dei dati.
Quello che si apre a Vienna oggi avrà sicuramente delle conseguenze a livello comunitario e continueremo per questo motivo a seguirne gli sviluppi.