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Primo giorno da CEO per Larry Page: ecco cosa lo aspetta

Da oggi Larry Page è, ufficialmente, il nuovo CEO di Google. Di problemi Mountain View ne ha davvero tanti, e toccherà a Page sbrogliare la matassa.
A cura di Anna Coluccino
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Oggi è il primo giorno da CEO di Larry Page, il che significa che -nonostante si parli da mesi della sua investitura- è un po' come il primo giorno di scuola. Certo, anche sotto la direzione di Eric Schmidt, i due co-founders di Google hanno fatto molto, ma la leadership solitaria è un'altra cosa, prendersi la personale responsabilità di ogni errore ha un peso diverso e, di sicuro, questo non è un momento facile per la compagnia Mountain View. Nelle attuali condizioni, la guida della società rappresenterebbe un'enorme sfida per chiunque, figuriamoci -poi- se questo chiunque è anche il fondatore dell'azienda e, come tale, ora si gioca tutto.

Le sfide che si frappongono tra Larry ed un roseo futuro da leader amato ed osannato sono complesse e molteplici, prima tra tutte la necessità di individuare nuove formule, nuovi servizi, nuovi device in grado di riportare Google al medesimo tasso di crescita di Apple e Facebook.

Infatti, mentre il social network è ancora nella fase esplosiva e può rimandare ancora un po' l'individuazione di nuove modalità di monetizzazione, Apple ha saputo reinventarsi ad ogni passo, evitando così il rischio di legarsi eccessivamente ad un unico prodotto che, presto o tardi, avrebbe fatto il suo tempo. Malgrado tutte le sue attività, invece, BiG è ancora troppo legato al motore di ricerca che lo ha reso celebre, e sappiamo bene che questo campo verrà presto invaso da Facebook.

L‘altra grande sfida che si para all'orizzonte di Page è la costruzione di un nuovo team. Con questo non vogliamo sostenere che il nuovo CEO debba licenziare i suoi vecchi collaboratori e assumerne di nuovi (ci mancherebbe altro!) ma sarebbe bene assumere nuovi collaboratori, integrandoli al vecchio team. Non è consigliabile, infatti, ereditare la stessa ed identica squadra di Schmidt, e questo perché, dopo 10 anni di leadership, le persone potrebbero fare fatica a riconoscere in Page il vero boss, mettendo così in discussione le sue scelte, o rischiando di lavorare senza credere fino in fondo in quel che fanno.

Naturalmente, le grane che da oggi in poi pioveranno come neve sulla testa di Larry Page non si esauriscono certo qui, ma puntando su un reale e repentino svecchiamento, su un processo innovativo vivace ed entusiasta e su nuove e scalpitanti risorse la strada verso il successo dovrebbe essere meno ripida.

Mentre aspettiamo di sapere come se la cava, cogliamo l'occasione per fargli i nostri migliori auguri.

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