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Quando il “bullismo” su Facebook alimenta i suicidi dei giovani

Una parola pesante, un’immagine sbagliata, un commento fuori luogo. Questi solo alcuni degli espedienti che oggigiorno possono portare al suicidio i giovani dell’era di Facebook.
A cura di Bruno Mucciarelli
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Il mondo dei giovani di oggi sembra essere più difficile che mai. Se da una parte i social network accorciano i tempi per le amicizie come anche accorciano le distanze nei vari rapporti, il bullismo come la parola stessa definisce sembra un grosso problema che affligge i giovani dell'era di Facebook e Twitter. La conferma giunge dagli ultimi accadimenti di cronaca che hanno visto una serie importante di suicidi giovanili come da tempo non accadeva. Carolina Picchio, Amanda Todd, Andrea, il ragazzo dai pantaloni rosa, Tim Ribberink fino a Rehtaeh Parsons, adolescente canadese che si è impiccata in bagno domenica 7 aprile nella sua casa in Nova Scotia. Lungo, triste e drammatico l’elenco delle vittime del cyberbullismo. Il bullismo, anonimo e vigliaccio, che si mostra con molestie, insulti e minacce scritte tramite il Web, tramite i Social Network.

Giunge proprio oggi la notizia dell'azione legale da parte dell'associazione Moige, l'importante movimento italiano genitori, nei confronti del colosso di Mark Zuckerberg che viene accusato come un vero e proprio strumento di pedofili e bulli. Carolina Picchio, studentessa delll’Itc ‘Pascal’ di Romentino, piccolo centro di Novara, aveva deciso di smetterla con la vita gettandosi lo scorso gennaio dal balcone del terzo piano dell’abitazione del padre. Gli amici, nei giorni successivi, avevano riversano la loro rabbia proprio su Facebook e Twitter dove era nato immediatamente  l’hashtag #RIPCarolina, per ricordare sì la loro grande amica, ma anche come un atto d’accusa nei confronti dei bulli, di quei bulli che avrebbero più volte insultato proprio Carolina. Nessuna lettera d’addio ma Carolina soffriva, da quello che affermavano tutti gli amici. Soffriva perché presa in giro su Facebook.

Proprio sul social network più importante del mondo arrivavano le cattiverie maggiori. Quelle provenienti da un ipotetico ex fidanzatino protagonista di alcuni messaggi decisamente troppo pesanti. Addirittura in rete nei giorni precedenti il suicidio apparve un video in cui dei ragazzi prendevano in giro la stessa Carolina. Un video, come spesso accade ormai, registrato durante una festa a cui aveva partecipato la ragazza proprio poche ore prima di immolarsi nel passo più brutto. Proprio sulla vicenda, qualche ora fa, è stata aperta anche un'inchiesta nei confronti di otto minorenni, tutti di età compresa tra i 15 e i 17 anni, per istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico.

Carolina è senza dubbio l'ennesima vittima del bullismo del web. Episodi come quello di Carolina non possono più essere accettati. Il Moige chiede maggiore vigilanza nei confronti dei minori da parte proprio degli sviluppatori del social network che risulta di troppo facile accesso in tutti i sensi. La vita di questi ragazzi deve avere un futuro in questa nuova società nata e cresciuta con il Web, un futuro non solo lavorativo ma anche reale che non è giusto togliere per un commento, un video o un'immagine pubblica che toglie ogni privacy umana. I giovani vanno difesi e vanno protetti perché loro sono il futuro.

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