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Quando Steve Jobs nel 1981 affermava: “I computer non diventeranno un incubo per la privacy”

In un’edizione del telegiornale di ABC News condotta da Ted Koppel, viene invitato un giovanissimo Steve Jobs per discutere del modo in cui i computer stavano conquistando il mondo e dei rischi relativi alla privacy che questa digitalizzazione avrebbe comportato per tutti i cittadini.
A cura di Dario Caliendo
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Siamo nel 1981, e in un'edizione del telegiornale di ABC News condotta da Ted Koppel, viene invitato un giovanissimo Steve Jobs per discutere del modo in cui i computer stavano conquistando il mondo e dei rischi relativi alla privacy che questa digitalizzazione avrebbe portato per tutti i cittadini. Una preoccupazione più che giustificata, che viene però presa sotto gamba dal cofondatore di Apple che definisce i computer come la bicicletta del 21 secolo ed utilizza persino (e più volte) il termine "democratico" per dissipare le preoccupazioni sulla sorveglianza del Governo statunitense e sulla privacy delle persone.

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"Molti di noi hanno la sensazione di non aver ben chiaro come funzionano i computer o cosa fanno realmente per noi, e credono che in realtà si è controllati dai computer. Qual'è il pericolo che questo accada realmente?" ha chiesto Koppel a Jobs.

"Penso che se si analizza il processo di rivoluzione tecnologica in cui siamo tutti coinvolti, ci si rende conto che si tratta semplicemente di prendere prendere sistemi centralizzati e renderli molto più democratici", ha risposto Jobs, sottolineando che i computer consentiranno agli uomini di evitare parte della fatica pratica, per poter dedicare più tempo alla creatività.

Alla trasmissione di Koppel era stato anche invitato il giornalista David Burnham, che sollevò la questione della privacy ricordando, tra le altre cose, che il Census Bureau contribuì a localizzare i giapponesi-americani nel 1941 per gettarli nei campi di internamento.

"Il governo ha la capacità, utilizzando i computer, di ottenere su di noi tutti i tipi di informazioni. Non siamo nemmeno consapevoli del fatto che queste informazioni siano in mano loro. […] Non è pericoloso?", chiese il giornalista a Jobs. "Beh, penso che la migliore protezione contro qualcosa del genere sia un pubblico molto istruito, e in questo caso esperto di computer", rispose Steve, orgoglioso del fatto che di lì a breve sempre più persone avrebbero avuto un computer in casa e che questo problema si sarebbe risolto da solo grazie al diffondersi della tecnologia.

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