Questa carta da Pokémon vale 175mila euro
Quanto può valere una carta da Pokémon – il gioco di carte collezionabili nato nella seconda metà degli anni '90 sulla scia dei ben noti videogiochi? La risposta è arrivata in questi giorni da New York, dove ne è stato appena battuto all'asta il più costoso e probabilmente più raro esemplare esistente: un Pikachu Illustrator del 1998 che è stato pagato dal suo nuovo e ignoto acquirente ben 195.000 dollari, ovvero il corrispettivo di circa 175.000 euro. Si tratta della cifra più alta mai pagata per una carta facente parte della collezione, e il motivo di un esborso simile è presto detto: si ritiene che in circolazione di carte identiche ne siano rimaste appena una decina, e quella appena venduta è stata valutata essere in condizioni praticamente perfette.
Il Pikachu Illustrator è diventato una tale rarità innanzitutto perché è stato stampato in sole 39 copie. Non si tratta infatti di una comune carta da gioco – non è mai stata inclusa in alcun pacchetto di carte acquistabili e anzi il suo valore nel corso delle partite ufficiali è nullo; si tratta piuttosto di una carta speciale, stampata in occasione di un concorso fumettistico che si è tenuto in Giappone nel lontano 1998 e data in premio a una manciata di vincitori. Per il resto la carta in sé non ha nulla di particolare: ritrae un Pikachu che brandisce un pennello (da qui il nome ufficioso che le è stato affibbiato) e un'iscrizione che fa riferimento al concorso, nella quale vengono fatti i complimenti ai vincitori, ovvero i destinatari originali delle speciali carte.
Nel tempo alcuni esemplari sono andati perduti, mentre altri emersi nel corso degli anni sono stati ritenuti contraffatti. Le uniche copie autentiche di cui si ritiene certa l'esistenza sono appunto dieci, motivo per cui la vendita di un esemplare è sempre destinata a fruttare molto. Prima di quest'ultimo acquisto in effetti già un altro Pikachu Illustrator aveva fatto parlare di sé – nel 2013 – per il prezzo al quale era stato venduto: circa 45.000 euro, che risultano comunque decisamente meno della cifra sborsata in quest'ultima occasione.
