Questa moto può viaggiare sulla Luna: ha pneumatici in carbonio senz’aria e un telaio smontabile
È stata soprannominata "Tardigrado", invertebrato noto per la sua capacità di vivere senza alcun problema in condizioni ambientali avverse. Il nomignolo dovrebbe dare l'idea della resistenza che vanta il prototipo della moto elettrica realizzato da Nico von Hookie, della società tedesca Hookie, e ispirato a uno schizzo di Andrew Fabishevskiy, un designer russo. Il veicolo consentirà agli astronauti di attraversare il suolo argilloso della Luna a una velocità di 15 km/h.
Le caratteristiche della moto
Rispetto al rover lunare, costruito dalla Nasa e utilizzato per la prima volta sul nostro satellite durante la missione Apollo 15 del 1971, il modello di Tardigrado elettrico presenta caratteristiche diverse. È costruito con materiali ultraleggeri, grazie ai quali il suo peso raggiunge i 134 chili, decisamente di meno se confrontato con i 210 chili del "Moon Buggy". Questo gli permette di essere anche leggermente più veloce della "jeep", che viaggiava a circa 12,8 km/h. Un'altra qualità della moto ha a che fare con l'autonomia della sua batteria elettrica, che consentirebbe di percorrere circa 110 chilometri, 18 in più del rover. Le asperità del terreno non sarebbero più un problema per gli astronauti, nella misura in cui il Tardigrado è munito di pneumatici in carbonio senz'aria e intercambiabili, montati su una gabbia in alluminio.
Quando sarà disponibile
Per il momento, il Tardigrado rimarrà sulla Terra e verrà messo in esposizione all'interno del Petersen Automotive Museum di Los Angeles, nell'ambito della mostra "ADV:Overland". Più che realizzare un mezzo disponibile fin da subito, il team ha voluto dare forma a un'idea, qualcosa che fungesse anche da stimolo per capire che tipo di vita lunare possiamo prospettare da qui ai prossimi anni. "Con la realizzazione di questo veicolo spaziale davvero fantastico, vogliamo osare un esperimento di pensiero che solleva anche domande sul nostro futuro: come sarebbe la vita oltre i confini planetari?", si sono domandati i designer dell'azienda tedesca. Un progetto, quello della Hookie, che aspira a sfruttare tutte le risorse possibili, non solo economiche, e che vuole superare i limiti imposti dai confini, "quelli relativi ai paesi, ai continenti, agli stereotipi di ruolo e allo status quo", concludono.