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“Questo Tweet è una fake news”: ora Twitter permette di segnalare i contenuti fuorvianti

La nuova funzionalità è stata per il momento introdotta in un numero limitato di aree geografiche e consente agli utenti di segnalare i cinguettii che contengono disinformazione. Chi effettua le segnalazioni può specificare se il contenuto riguarda politica ed elezioni, la salute pubblica o altri temi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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twitter trimestrale 2017

I moderatori di Twitter non riescono sempre a mantenere la piattaforma al sicuro dai pericoli della disinformazione coordinata, anzi: nell'ultimo periodo non sono mancate le voci che hanno accusato il social di essersi prestato a fare da megafono per bufale e fake news di ogni genere. Per tentare di semplificare il lavoro di chi pattuglia la piattaforma in cerca di notizie false gli sviluppatori hanno lanciato una novità dedicata direttamente agli utenti: la possibilità di segnalare i tweet fuorvianti per sottoporli all'analisi dei dipendenti del social.

La nuova funzione di segnalazione

Annunciata in queste ore, la novità sarà introdotta inizialmente in un numero limitato di Paesi, ovvero Stati Uniti, Australia e Corea del Nord. Le nuove opzioni che saranno introdotte si potranno raggiungere dal menù contestuale relativo a ogni singolo tweet – accessibile a sua volta dal tasto con i tre pallini disposti in verticale. Qui, attraverso la funzione Segnala tweet, si potrà arrivare a una nuova voce dedicata ai contenuti fuorvianti. Gli utenti avranno a questo punto la possibilità di specificare a quale categoria appartenga il contenuto giudicato in questo modo: per il momento le voci a disposizione sono Politica, Salute e Altro, ma non è detto che il numero di categorie sia destinato a rimanere lo stesso anche in futuro.

Il precedente

Non è la prima volta che Twitter dà agli utenti l'opportunità di segnalare contenuti fuorvianti che possono nuocere al dibattito online e al modo in cui gli utenti si formano un'opinione sul social. Già nel 2019 una funzione simile era stata introdotta durante le elezioni in India e nei Paesi UE. Ora però l'idea è di rendere la funzionalità permanente e disponibile in tutto il mondo, e non è difficile immaginare il perché: dalle elezioni statunitensi del 2020 alla pandemia di coronavirus, negli ultimi anni non sono mancate le occasioni in cui il social network ha rischiato di trasformarsi o si è effettivamente trasformato in una pericolosa macchina da disinformazione.

In quei casi a diffondere bufale e fake news sono stati da una parte Donald Trump e i suoi sostenitori, e dall'altra i movimenti no-mask e no-vax; in futuro le minacce all'affidabilità di quanto letto sulla piattaforma possono arrivare da ovunque.

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