Reti a banda ultra larga in Italia: il via dal Governo
Il Governo ha detto sì sull'avvio degli scavi per lo sviluppo delle reti a banda ultra larga in Italia: venerdì scorso firmato il Decreto che detta le misure per abbattere tempi di scavo e costo dell'opera, quest'ultimo con un risparmio stimato per 2 miliardi (secondo il Ministero dello Sviluppo Economico).
Già con il Decreto sull'Agenda Digitale Italiana – il d.lsg 179 del 2012 – si erano previste norme più snelle per gli scavi e la possibilità di usare le "minitrincee", ma mancava il decreto attuativo: il decreto adesso c'è, e lo hanno firmato il Ministero dello Sviluppo Economico e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sono giunti finalmente – dopo sei mesi di fallimentari tentativi – ad una posizione convergente in merito al ricorso alle "minitrincee".
A sciogliere il nodo ha contribuito anche l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), dando il sostegno alle tecniche di scavo che riducano i disagi per la cittadinanza, quindi, i giorni in cui i cantieri dovranno restare aperti nelle città, con ripercussioni sul traffico cittadino; le Regioni, che tramite numerosi bandi stanno finanziando le reti a banda ultra larga grazie ai fondi europei dedicati; non ultima Telecom Italia, che nei giorni scorsi ha lanciato la prima offerta nazionale a banda ultra larga su 27 città italiane, che raggiungeranno quota 33 entro la fine dell'anno.
A Milano i servizi partono subito con i livelli prestazionali pari a 100 Mbit/s in download. Nelle altre città la velocità sarà pari a 30 Mbit/s, in attesa delle ulteriori evoluzioni tecnologiche. A differenza degli altri Paesi, l’offerta italiana non include i servizi televisivi, che continuano ad essere veicolati sulle altre reti, bensì si limita alla velocità di collegamento.