“Ridateci Fortnite”: un gruppo di giocatori ha invaso il processo in remoto tra Apple e Epic Games
Nella giornata di ieri si è tenuta la prima udienza del processo che vede contrapposte Apple ed Epic Games, la casa di sviluppo dello sparatutto Fortnite. Lo scontro potrebbe avere ripercussioni importanti non solo sul futuro del gioco a bordo di iPhone e iPad, ma anche su quello delle due aziende contrapposte, e ha dato di che parlare prima ancora che tra le due parti in causa iniziasse il dibattimento: durante l'impostazione della videochiamata, un gruppo di ragazzi si è infatti inserito nella procedura di collegamento urlando "Free Fortnite" e chiedendo al giudice di riportare il gioco sugli smartphone e sui tablet Apple.
20 minuti di caos
Negli Stati Uniti in tempo di pandemia è possibile partecipare alle udienza pubbliche collegandosi alle riunioni in videoconferenza che si tengono tra le parti in causa, partecipando come spettatori. Un errore di impostazione nella conference call ha però fatto in modo che i partecipanti ottenessero diritto di parola, che molti ascoltatori hanno poi deciso di esercitare. Stando a quanto riporta The Verge, in collegamento insieme al giudice e agli avvocati di Apple ed Epic Games si sono trovati più di 200 partecipanti, che hanno chiesto a gran voce di riavere indietro il loro gioco preferito. Molti dei ragazzi collegati hanno preferito chiacchierare tra loro o sponsorizzare i propri canali social, mentre l'inconveniente è stato risolto dopo 20 caotici minuti.
Le parti in causa
Le ragioni dei ragazzi sono semplici: vogliono che Fortnite torni disponibile sull'App Store dopo che Apple l'ha eliminato dal suo negozio digitale ormai mesi fa. Dietro al destino di Fortnite però le due aziende si affrontano su un terreno accidentato: Epic Games vuole istituire un sistema di pagamenti interno al gioco che non preveda di versare a Apple il 30 percento del ricavato; la casa di iPhone dal canto suo non ammette sui suoi dispositivi la presenza di negozi digitali alternativi al proprio, assicurandosi così decine di miliardi di dollari ogni anno dalle percentuali che riceve dagli sviluppatori. Qualunque decisione venga presa al termine del processo, potrebbe avere delle ripercussioni sul modo in cui Apple gestisce la presenza di app sui suoi dispositivi.