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Salvatore Aranzulla: “Basta Web, il mio futuro è la pasticceria”

Intervistato dal portale per studenti OilProject.org, Salvatore Aranzulla, il divulgatore informatico più famoso d’Italia, ha raccontato i sui progetti per il futuro.
A cura di Matteo Acitelli
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Intervistato da OilProject, Salvatore Aranzulla, il divulgatore informatico più famoso d'Italia, ha raccontato ai microfoni del portale per studenti i sui progetti per il futuro. "Ho fatto una scelta, quella di cambiare totalmente settore, ho deciso di iniziare un corso sulla pasticceria", con queste parole Aranzulla spiega ai ragazzi di OilProject i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare il Web e a dedicarsi ai dolci: "Ho cercato di rimettermi in gioco. Voglio raggiungere un altro obiettivo, mi rimetto in gioco nuovamente. E da qui appunto l'idea di iniziare un corso sulla pasticceria".

Con 10 milioni di lettori e 20 milioni di pagine viste ogni mese, Salvatore Aranzulla, il 24enne che dal 2004 aiuta tantissimi utenti alle prese con i problemi più disparati in ambito tecnologico è ora pronto a centrare un altro obiettivo. "Molti hanno una concezione per la quale i lavori di carattere manuale sono meno importanti rispetto ai lavori di carattere intellettuale. Spesso in realtà non è così e si parla per ignoranza. Fare il pasticcere ti richiede una conoscenza tecnica degli ingredienti, delle temperature di lavorazione. Se non conosci le materie prime, se non sai come lavorarle, ottieni un prodotto che non è mangiabile, un prodotto di qualità bassa".

"La pasticceria è nata dall'esigenza di toccare con mano la materia prima. Ho la fortuna di fare un lavoro bellissimo, il divulgatore informatico: produco contenuti, scrivo, sono letto da molte persone, aiuto una grande quantità di utenti. Però non ho mai un contatto manuale con la materia prima. Sto al computer, scrivo qualcosa, questo qualcosa viene impaginato e pubblicato. Avevo l'esigenza mia, individuale, di toccare la materia prima che lavoravo, la pasticceria è fantastica da questo punto di vista, ti consente di toccare degli ingredienti, delle materie prime, di assemblarle insieme, di forgiarle e alla fine di ottenere un prodotto finito."

"A me piacerebbe aprire una prima pasticceria a Milano e vedere come funziona, se effettivamente riesco a portare delle competenze da imprenditore in un settore diverso da quello dell'editoria. In secondo luogo, se questo test pilota funziona, provare ad estendere la pasticceria in altri punti vendita in Italia e all'estero, se possibile. Secondo me bisogna cercare di far rivalutare la nostra pasticceria, a differenza di quella francese abbiamo una pasticceria che è poco conosciuta. Se si va in un qualsiasi paese estero è facilissimo trovare cucina italiana e pasticceria francese. La pasticceria italiana, che ha comunque un livello qualitativo elevato, non è così diffusa, questo perché il pasticcere francese fa solo quello, fa il pasticcere e si affianca di collaboratori che si occupano di marketing, di sviluppo di punti vendita, ecc. In Italia ci sono realtà molto più piccole, per cui il pasticcere diventa un imprenditore che deve curare sia la produzione, che è una cosa complicatissima, ma deve curare anche la parte di vendita. E ovviamente da solo non ci riesce e deve restare legato ad una pasticceria."

"Vorrei provare a capire come migliorare la parte di produzione, automatizzandola, migliorando in alcuni casi la qualità e in seconda istanza provare ad estendere i punti vendita partendo da Milano e puntando poi ad altre città."

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