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Samsung, acquistato un brevetto da un milione di dollari per produrre smartphone più sottili

Un brevetto da un milione di dollari. È quello acquistato da Samsung che ha come protagonista una micro-lente sviluppata dalle università di Trento e Harvard e della quale ha già parlato la prestigiosa pubblicazione Science.
A cura di Marco Paretti
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Un brevetto da un milione di dollari. È quello acquistato da Samsung che ha come protagonista una micro-lente sviluppata dalle università di Trento e Harvard e della quale ha già parlato la prestigiosa pubblicazione Science. Depositato nel 2011, il brevetto è stato concesso agli USA nel 2014 e venduto all'azienda sudcoreana negli scorsi giorni. La vera innovazione? Samsung potrà produrre smartphone sempre più sottili grazie alla sottilissima lente sviluppata dal team di ricercatori. Ma non solo, perché secondo gli stessi creatori la tecnologia può essere applicata ad un grande numero di dispositivi. Rappresenta, spiegano i responsabili, un'evoluzione come lo è stato il passaggio dalle televisioni a tubo catodico a quelle piatte.

"Il brevetto non è di esclusivo interesse nel campo della telefonia, poiché ciò che è stato studiato riguarda specificamente la parte ottica e, in particolare, la possibilità di ottenere una lente centomila volte più piccola di quelle attuali" ha spiegato Zeno Gabbro, professore di fisica sperimentale al dipartimento di fisica dell’università di Trento. "Per questo Samsung ha deciso di acquistare il brevetto e di testarne l’applicazione sui telefoni cellulari". La rivoluzione è costituita dal metodo di produzione delle lenti: se solitamente il vetro viene sagomato per concentrare la luce in un unico punto, questa mini-lente sfrutta la diffusione della luce grazie a migliaia di micro-antenne dalle dimensioni di circa un milionesimo di metro posizionate su una superficie piana e non, come invece accade ora, curva.

Il beneficio più grande? Le dimensioni dei dispositivi, che ora potranno essere ancora più contenute. "Il primo motivo di interesse deriva dallo spessore dei dispositivi, che suggerisce immediate linee di applicazione, laddove lo spazio è un bene prezioso e l’imperativo è la massima riduzione dell’ingombro, come ad esempio nelle telecamere dei telefoni cellulari" ha continuato Gaburro. "C’è poi la compatibilità con la tecnologia a silicio in virtù della quale si possono immaginare in futuro piccolissimi circuiti, ciascuno associato a una microantenna, in modo da renderla ‘intelligente' e farle ad esempio focalizzare un tipo di radiazione e un altro no, oppure un colore da una parte e uno dall’altra". Nel frattempo, però, chi beneficerà di questa tecnologia è Samsung, che grazie ad essa potrà produrre smartphone sempre più sottili e leggeri.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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