Lee Jae-yong, vicepresidente e di fatto capo di Samsung Electronics, è stato scarcerato in appello presentato in seguito al suo arresto avvenuto ad agosto. Lee è stato condannato a 5 anni di reclusione per cinque capi d'accusa: corruzione, appropriazione indebita, trasferimento illegale di fondi all'estero, occultamento delle prove e falsa testimonianza. Lee Jae-yong, vicepresidente del gruppo Samsung nonché erede designato della compagnia, ha sempre negato le accuse spiegando che non poteva conoscere tutte le decisioni prese all'interno del gruppo che comprende 60 aziende.
Oggi Lee ha ottenuto la sospensione della sentenza e una riduzione della pena a 2 anni e mezzo, che si tramuteranno in 4 anni di libertà vigilata. Lee è il figlio di Lee Kun-hee, ora incapacitato a governare l'azienda sudcoreana per motivi di salute: ad oggi il figlio è di fatto l'erede di Samsung, ma non potrà esserlo a tutti gli effetti fino a quando il padre non morirà. Lee Kun-hee era già stato condannato per evasione fiscale e corruzione, ma ha ottenuto il perdono in due diverse occasioni.
Nel caso che ha coinvolto il figlio, invece, il vice presidente della Samsung Electronics avrebbe promesso o versato 43,3 miliardi di won (38,3 milioni di dollari) a Choi Soon-sil, la confidente e "sciamana" del capo dello stato Park Geun-hye. L'operazione avrebbe consentito l'autorizzazione ad accedere al fondo pensione pubblico che sarebbe stato utilizzato per rafforzare il suo controllo sulla catena di comando del gruppo e assicurarsi di succedere al padre Lee Kuhn-ee che da circa tre anni si trova in un letto di ospedale. Di questa cifra, circa 20,4 milioni di won sarebbero finiti alle fondazioni Mir e K Sports, entrambe riconducibili a Choi.