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Sarà la Corte di Giustizia Europea a pronunciarsi su Uber

E adesso su Uber si pronuncerà anche la Corte di Giustizia Europea. Un giudice spagnolo, del Tribunale di Barcellona, si è rivolto direttamente alla Corte di Giustizia UE che deciderà se Uber è un servizio di trasporti oppure un fornitore di servizi. Se dovesse propendere per questa opzione, allora verrebbe meno la concorrenza con i tassisti.
A cura di Francesco Russo
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E adesso su Uber si pronuncerà anche la Corte di Giustizia Europea. Ormai da tempo in Europa Uber combatte una battaglia a colpi di pronunce di corte locali e stavolta un giudice spagnolo, del Tribunale di Barcellona, si è rivolto direttamente alla Corte di Giustizia UE. LA notizia di questa nuova, e forse definitiva, battaglia legale in Europa è stata data direttamente dall'azienda, nella persona di Mark MacGann, responsabile public policy EMEA di Uber.

Il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea viene salutato da Uber con una certa soddisfazione, anche perchè questa sarà l'occasione definitiva per classificare Uber o come semplice servizio di trasporti oppure come un fornitore di servizi digitali. Il valore della decisione della Corte con sede in Lussemburgo vene salutato con favore da Uber anche perchè quella decisione andrà a sostituire tutte le altre decisioni emesse dalle varie corti europee che si sono interessate alla vicenda a livello locale. Se infatti la Corte dovesse decidere che Uber è un fornitore di servizi, in quel caso verrebbe meno la concorrenza con i tassisti.

E' utile ricordare che ad oggi la Germania attende che la Commissione Europea verifichi la decisione di mettere al bando l'app e la stessa Commissione sta indagando sulla "legge Thévenoud" in Francia, la "legge Anti Uber" come è stata già definita, con la quale si richiede alla persone che trasportano passeggeri nelle loro auto una licenza speciale e anche l'assicurazione per poter operare.

Il giudice del Tribunale di Barcellona che ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea lo ha fatto sulla base di un ricorso presentato dal più grande operatore di taxi della città catalana.

Uber intanto fa sapere di attendere con fiducia la decisione della Corte UE e che ha già proceduto a sporgere querela negli stati europei in cui ci sono situazioni con decreti di divieto, come appunto in Germania e in Francia, e "non si esclude di intervenire anche per i divieti di Milano", così ha dichiarato MacGann.

Intanto ci sarà da attendere perchè il parere della Corte UE non sarà emesso prima dell'autunno del 2016.

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