Sarkozy propone un G8 dedicato al Web: “Internet dev’essere civilizzato”
Nicolas Sarkozy non gode di enorme popolarità in questo momento. La sua non è stata una presidenza molto tranquilla finora, e il suo governo ha subito dure contestazioni. I consensi sono ai minimi storici. Eppure, l'attaggiamento dell'inquilino dell'Eliseo in materia di politica estera è quantomeno spregiudicato. Ultimamente, non è affatto raro assistere ad azioni e dichiarazioni piuttosto forti da parte del presidente francese.
Tanto per fare qualche esempio potremmo citare l'autoelezione a leader dell'attacco alla Libia, il rifiuto categorico di accettare gli immigrati che dal nostro paese chiedono di entrare in Francia, ed ora l'autonoma decisione di convocare un G8 che si proponga di "civilizzare il web".
Il presidente francese ha dichiarato di voler riunire "i grandi protagonisti dell'economia virtuale di ciascun Paese" ed ha inoltre poposto un meeting sul diritto d'autore prima della riunione del G20 di Cannes. Naturalmente, le parole di Sarkozy sembrano rassicuranti, "non vogliamo imbriagliare la rete" -dice- "si può regolare la città virtuale senza negare che Internet è un'opportunità". Ma la paura del web non è che Sarkozy neghi che Internet è un'opportunità, la paura è che la ritenga un'opportunità troppo pericolosa per essere libera.
È questo il punto.
Insomma, potrebbe quasi sembrare che Nicolas Sarkozy abbia paura di tornare a farsi i fatti suoi, vale a dire, ad occuparsi delle questioni interne. O, più probabilmente, spera che mostrarndo risolutezza e polso fermo, i suoi elettori riacquistino fiducia nella sua leadership. D'altronde è evidente come una parte della Francia stia virando verso l'estrema destra, ed è proprio quei voti che Sarkozy spera di intercettare comportandosi da leader audace ed autoritario.
Però non sta accadendo. L'attacco alla Libia non è piaciuto ai francesi, e anche anche questa nuova iniziativa di "civilizzare il web" non sembra trovare ampio consenso tra i cugini d'oltralpe. La Francia non è la Libia, non basta avere l'appoggio internazionale per governare, occorre essere graditi ai propri elettori, e Sarkozy, presto o tardi, dovrà fare i conti con loro.
Certo, il presidente francese ha assicurato che l'intento del G8 sul web non è quello di reprimere la libertà della rete, ma solo quello di "regolare la città virtuale" eppure, anche stavolta, sono gli stessi francesi i primi a dargli addosso. Infatti, dopo la contestatissima approvazione della legge Hadopi (dal nome dell'autorità amministrativa creata per l'occasione), le intenzioni di Sarkozy non passano per essere così limpide come lui vorrebbe farle sembrare.
In ogni caso, noi amanti della rete non possiamo far altro che augurarci che questi grandi meeting internazionali vengano colti come un'opportunità per riflettere sulle scelte giuste da fare, un'opportunità per ascoltare chi conosce Internet e ne fa uso ogni giorno per vivere. Sì, perché quello che non si considera mai è che tanta, tantissima gente vive onestamente di Internet. Altri la sfruttano, alcuni delinquono, quancuno fa il furbo… Cosi come accade nel mondo reale. Eppure, se qualcuno proponesse di "civilizzare la Terra", sarebbe quantomeno naturale porsi una semplice domanda: In che senso?