Secondo Paypal una donna ha violato le regole del servizio perché è morta
L’umanità si è sempre chiesta cosa c’è dopo la morte, ma forse Paypal deve sapere qualcosa in più sul tema, visto che è riuscita a sollecitare una donna defunta al pagamento di una somma pari a 3.200 sterline. Tutto questo nonostante il marito avesse avvisato la società del suo decesso tre settimane prima. Si chiamava Lindsay Durdle ed è morta il 31 maggio all'età di 37 anni, per via di un tumore al seno diagnosticato un anno e mezzo fa, ormai estesosi a polmoni e cervello. Sebbene l’avviso del marito sia giunto molto dopo il decesso, comunque è stato recepito. Nonostante ciò tre settimane dopo è arrivata una lettera di sollecito indirizzata alla signora Durdle nel quale l'azienda spiega che a causa della sua morte la donna ha violato alcuni termini di servizio. Si tratta di un problema dovuto ad un intoppo nel sistema di messaggi automatici, di cui le società online – e non solo – si avvalgono spesso, riducendo notevolmente costi e tempi, cosa che a onor del vero è vantaggioso anche per gli utenti, ma in certi casi potrebbe comportare un "costo emotivo" non previsto nei contratti.
Morti e "non morti" nei sistemi di pagamento
Così spesso ci si trova a ricevere messaggi imbarazzanti, anche in Italia: ci sono pensionati – ex lavoratori all'estero – che ricevono ancora lettere dalle previdenze sociali straniere, dove gli si chiede di confermare di non essere ancora morti (Certificato cumulativo di esistenza in vita), il che è normale, serve a non dover destinare pensioni a persone ormai defunte. Ma se si arriva a ricevere ingiunzioni di pagamento persino post-mortem forse sarebbe il caso di riflettere sullo scarso tatto di questo sistema. É proprio per questo motivo che il vedovo della signora Durdle ha voluto informare la Bbc di questa esperienza.
Ha detto che voleva rendere le altre organizzazioni consapevoli di quanto possano essere angoscianti i messaggi automatizzati.
Le scuse di Paypal: "Lettera insensibile"
Dopo il servizio della Bbc sono giunte anche le scuse di Paypal, riconoscendo quanto il contenuto della lettera fosse “insensibile”, tenuto conto che il vedovo Howard Durdle aveva fornito al servizio di pagamento online le copie del certificato di morte, il documento di identità e le sue volontà, tutto come richiesto dalla società. Tutt'oggi non ci è dato sapere con certezza cosa può essere capitato, Paypal si limita ad elencare come spiegazione le uniche tre opzioni possibili: un bug, un errore di template nella lettera e l’errore umano. Al signor Durdle interessa soprattutto che certi episodi non si ripetano in futuro. Ma se vogliamo servizi più “sensibili” forse dovremmo anche accettare di pagare qualcosa in più, lasciando che certi compiti continuino ad essere gestiti dall’ingegno – e la sensibilità – umana.