Sky chiude i conti con Current Italia… Ma se il futuro fosse sul Web?
Abbiamo parlato molto della vicenda che ha visto coinvolti -su fronti opposti e egualmente agguerriti- Current Italia e Sky. Abbiamo riportato l'indignazione delle rete e la conseguente ciber-rappresaglia che ne è seguita, il tutto al grido di Salviamo Current, ma le richieste dei dipendenti del canale di Al Gore, così come quelle dei moltissimi spettatori affezionati alla programmazione di Current, sono state ignorate. Del resto, è apparso chiaro fin da subito come la richiesta di chiusura delle varie edizioni nazionali di Current provenisse dai massimi vertici di Sky -pare da Rupert Murdoch in persona- e che, quindi, non è mai realmente esistito alcun margine di trattativa.
Naturalmente, le versioni dell'accaduto fornite Current Tv e da Sky divergono in maniera pressoché totale. Da un lato l'azienda del teocon Murdoch sostiene di aver ricevuto un'inaccettabile richiesta di 10 milioni di euro di budget da parte di Current Italia, richiesta che -in base alle dichiarazioni rese da Tom Mockridge in persona- non veniva supportata da risultati economici soddisfacenti. Stando alla versione di Sky, infatti, Current Tv avrebbe subito un'improvvisa emorragia di consensi e -di contro- avrebbe non solo osato domandare un "insensato" aumento di budget, ma avrebbe addirittura rispedito al mittente la proposta economica dell'azienda.
Di seguito potete leggere la lettera che Tom Mockridge ha scritto ai clienti Sky per giustificare la chiusura di Current:
A Sky Italia abbiamo stima per Current TV e per Al Gore, per questo motivo lo scorso 13 maggio abbiamo fatto al suo socio, Joel Hyatt, un’offerta per continuare ad avere Current per altri tre anni su Sky. Non corrisponde dunque affatto al vero che Sky abbia deciso unilateralmente di cancellare il canale. Purtroppo, Joel ha deciso di non accettare la nostra offerta e ha chiesto invece di avere il doppio di quanto Current percepisce attualmente, una cifra che arriva ad essere vicina a 10 milioni di dollari. Si tratta di una richiesta decisamente troppo alta, specie in relazione alle recenti performance del canale.
Al Gore ha diffuso dati assolutamente inesatti sull’audience del canale, sostenendo che un abbonato di Sky su due guarda Current una volta la settimana. La realtà, purtroppo, è assai diversa: i dati Auditel dicono che solo un abbonato di Sky su 25 ha guardato Current almeno per 10 minuti in una settimana nel corso del 2011. Lo share del canale è dello 0,03% su media giornaliera e dello 0,02% in prima serata con una media giornaliera di 2.959 telespettatori, come rilevato da Auditel nel 2011. Si tratta di dati in calo del 20% sulla media giornaliera e addirittura del 40% in prima serata, se comparati al 2010. Se il canale avesse raggiunto l’obiettivo di 4500 telespettatori medi giornalieri, concordato nel contratto, la partnership sarebbe stata rinnovata automaticamente per ulteriori due anni.
Dunque se davvero desidera che Current Tv rimanga in Italia – conclude Mockridge – scriva a Joel Hyatt a hyatt@current.com e gli chieda – con la stessa determinazione con cui ha scritto a me – di accettare la nostra offerta, come hanno fatto tantissimi suoi colleghi editori, e noi saremo molto felici di avere Current TV su Sky per altri tre anni.
Secondo la versione di Current Italia, invece, non sarebbe stato richiesto alcun di budget, nessuna proposta di Sky è stata rifiutata e non si è verificato alcun calo di ascolti.
Ecco, nel dettaglio, la replica di Current.
Current non ci sta e smonta punto per punto e dati alla mano la motivazione ufficiale diffusa ieri da SKY Italia sull’improvvisa cancellazione del canale fondato da Al Gore.
‘Nessuna richiesta economica eccessiva e nessun calo di ascolti’: a differenza di quanto sostiene Sky il management di Current ribadisce di non aver mai parlato di cifre se non dopo essere stato informato della cancellazione del canale e che i numeri riferiti dall’azienda di Tom Mockridge e pubblicati oggi non sono corretti.
E’ però sugli aspetti tecnici dei numeri televisivi rilasciati da Sky che Current vuole fare piena chiarezza.
Il presunto crollo del 40% di ascolti in primetime che si attribuisce a Current si fonda su un inganno: Sky infatti ha ricavato questo dato fallace comparando i primi quattro mesi del 2011 con i primi 4 mesi dell’anno precendente. Molti ricorderanno che il 25 marzo 2010 Current ha trasmesso lo straordinario evento di Rai per una notte con Michele Santoro, programma che ha segnato un record storico per un canale terzo della piattaforma Sky pari al 2,50% di share nazionale, superiore persino a Skytg24 che contestualmente trasmetteva lo stesso evento. Sebbene all’epoca Sky e Current gioirono assieme in nome dell’Informazione Indipendete, oggi quello stesso dato di successo diventa motivo di discordia.Se infatti, dalla comparazione 2010-2011 dello stesso periodo si esclude il solo evento in diretta di Rai per una notte, e quindi si evita di falsare il dato comparativo, il risultato assicura a Current una crescita del + 15% nel primetime. A ulteriore conferma, se si amplia la comparazione sempre dello stesso periodo (gennaio-aprile) ma sul biennio 2009-2011 – e sempre senza considerare il dato eccezionale di Rai per una notte – la crescita di Current è pari al 103% (fonte dati Auditel, elaborazione Arianna) .
Per “ascolto medio- AMR” Auditel si intende che, nel corso del 2010, circa 3600 abbonati Sky ogni minuto di ogni giorno dell’anno stavano guardando Current. Un risultato estremamente competitivo e spesso superiore rispetto a tutti i canali di cui sopra. Per rendere poi ancora più chiara l’importanza e l’impatto del canale nei confronti del pubblico, consideriamo anche l’altro indicatore, CO, che rileva una media di circa 410mila spettatori unici quotidianamente sintonizzati sul canale. Sostanzialmente ogni giorno Current viene vista da tante persone quanti sono i lettori di un grande giornale nazionale.
Infine è importante ricordare due ultimi aspetti.
Il primo: questi dati positivi sono stati raggiunti nonostante il contratto Sky concedeva a Current solo 210 ore di programmazione fresca (mentre molti altri canali con ascolti simili se non inferiori hanno fino al triplo delle ore a disposizione) e quindi costringeva il canale a enormi repetitions;
Il secondo: l’intero business della tv satellitare, poi, basandosi su abbonamento, si fonda sul gradimento e sulla fidelizzazione dello spettatore che sottoscrive un contratto con la piattaforma. Bene: una recentissima ricerca (vedasi immagine allegata) appositamente commisionata da GN Research (centro di ricerca tra i più noti e utilizzato dalla stessa Sky) su esclusiva base di abbonati alla piattaforma satellitare afferma che Current è in assoluto tra i canali più apprezzati (non solo tra i canali terzi o factual, ma allargando la comparazione anche ad altri canali Sky e perfino a reti Rai e Mediaset) confermandosi così il brand che ha la relazione più forte in assoluto con i suoi spettatori, secondo solo a Fox Crime.
In buona sostanza, le due versioni si respingono l'un l'altra e, malgrado l'impegno della rete e le grandi dimostrazioni di stima, affetto e vicinanza giunte da più parti in queste ultime settimane, Current Italia non è riuscita a "salvarsi". Il 31 luglio le trasmissioni cesseranno e, a quel punto, si aprirà un'enorme incognita sul futuro del canale che ancora non ha immaginato nessuna alternativa alla trasmissione televisiva via satellite. Fino all'ultimo, infatti, si è sperato che Sky ci ripensasse, complici le moltissime minacce di clienti adirati pronti a disdire i propri abbonamenti se l'azienda controllata da News Corp non avesse fatto marcia indietro su Current Tv. Ma nessuna marcia indietro è stata inserita e Current si trova, ora, senza alternative. Il Web potrebbe essere una buona soluzione, ma non è dato sapere se la redazione di Current si sia confrontata rispetto a una simile eventualità. Certo, gli introiti sarebbero imparagonabili e la programmazione andrebbe ridefinita e adattata al nuovo mezzo. Ma la rete è il luogo prediletto dell'informazione libera e indipendente e siamo certi che Current non potrebbe trovare casa più accogliente.
Un serio tentativo di "trasferimento" del grande patrimonio giornalistico e culturale messo insieme da Current Italia all'interno di un nuovo medium (per quanto diverso) potrebbe evitare la vittoria, altrimenti schiacciante, dei poteri forti che hanno imposto la chiusura del canale perché sgradito a qualcuno; insegnerebbe ai vecchi media che non basta più recidere un contratto o mettere alla porta una redazione "scomoda" per far tacere l'informazione indipendente. Nell'era Internet non ci sono più scuse. Se si intende davvero continuare a raccontare verità scomode si può (e si deve) farlo. Solo così Murdoch e compagni impareranno che hanno perduto (ci auguriamo per sempre) il potere di pilotare l'informazione. Perché non importa quanti giornali, televisioni, magazine, radio e cinema riusciranno ancora a comprare, un piccolo sito web potrà sempre fare la differenza; ammesso che abbia volontà, contenuti, competenze…
Nell'era Internet i bavagli zittiscono solo chi si lascia imbavagliare.