Sky news e Ap regolamentano Twitter: temono la concorrenza dei propri giornalisti?
Sky news e Associated press hanno diffuso alcune linee guida che limitano la presenza dei propri dipendenti su Twitter. In particolare, Sky News vieta i retweet a informazioni di giornalisti di testate concorrenti o altre persone e l’invio di breaking news a cui non si sta lavorando.
L'emittente inglese ha raccontato la primavera araba e i riots inglesi utilizzando al meglio le informazioni provenienti da Twitter. Stupisce che ora si faccia un passo indietro, limitando soprattutto l’attività di Neal Mann, apprezzato social media editor, noto per i suoi reportage in 140 caratteri, direttamente dal suo account @fieldproducer. Come segnala Marina Petrillo dal blog della sua trasmissione radiofonica, Alaska, su Twitter è nato l’hashtag #savefieldproducer, che solo il 7 febbraio ha raccolto 1300 tweet di sostegno del giornalista.
Sulla stessa linea, l’agenzia internazionale Associated Press ha integrato, con nuove disposizioni, la Guida ai social media, diffusa ai propri dipendenti lo scorso luglio: stop ai retweet senza commento sui temi del giorno, perché potrebbero essere percepiti come opinioni personali. Questa regola coinvolge anche chi ha precisato sul proprio profilo che i retweet non costituiscono endorsement.
È probabile che in futuro altre testate o emittenti faranno ricorso a provvedimenti simili, volti a limitare la libertà dei giornalisti su Twitter, che, spesso, sembra svolgano un lavoro parallelo, a titolo del tutto personale.
Su Twitter, abbiamo chiesto ad alcuni giornalisti cosa ne pensassero della scelta attuata da Sky news e AP. In Italia non si sono ancora viste disposizioni così restrittive, ma il dibattito interessa anche il nostro Paese e, come fa notare Sandro Sabatini di SkySport, presto arriverà qualche regola anche nelle redazioni italiane.
@Tech_fanpage su twitter qualche regola arriverà,penso.Anche x questo va seguito il modello @la_stampa. cmq i miei #skytweet24 resteranno :)
— Sandro Sabatini (@SabatiniSky24) Febbraio 10, 2012
Simone Spetia, giornalista di Radio24, esprime le proprie perplessità e ci suggerisce il post – già citato in precedenza – di Alaska. Nella sua bio, precisa che «Quando esprime opinioni lo fa a titolo personale». Da buon giornalista, ha costruito una rete di relazioni consolidate, che fungono anche da fonti affidabili di cui servirsi, ad esempio, nel caso della morte dell’ex Presidente Oscar Luigi Scalfaro, annunciata proprio da @simonespetia durante il GR delle 9.00, dopo aver letto un tweet di @nomfup. Se la redazione di Radio24 fosse stata dotata di regole ferree sull’utilizzo dei social media, probabilmente la notizia sarebbe arrivata con un’ora di ritardo.
@Tech_fanpage Molte perplessità. C'era un ottimo post di @alaskaRP su questi temi (policy news per sn). Non ho il link sottomano
— Simone Spetia (@simonespetia) Febbraio 10, 2012
Marco Congiu ci dà la conferma che nella redazione italiana di Sky non ci sono mai state direttive che regolino l’utilizzo di Twitter, anche perché – aggiunge – i giornalisti scrivono a titolo personale. Ma le nuove norme dell’Associated press non escludono nessuno.
@Tech_fanpage nessuna. Anche perchè chi è su Twitter scrive a titolo personale, come su facebook del resto.
— marco congiu (@marcocongiu) Febbraio 10, 2012
L’International journal of Communication ha condotto uno studio approfondito sulle risposte alle news twittate da account ufficiali di testate e giornalisti durante la primavera araba. Nonostante i primi avessero un numero di follower nettamente superiore, era più alta la probabilità di raggiungere un pubblico più vasto quando a twittare era direttamente il giornalista dal suo account personale, come è avvenuto nel caso di @fieldproducer. Un dato del genere, evidentemente, preoccupa SkyNews che non vuole rischiare di essere meno popolare e affidabile di un proprio dipendente. Ma è proprio questo il punto su cui si gioca la partita, perché l’ottimo lavoro che Neal Mann ha svolto in questi anni su Twitter, non ha fatto altro che dare un volto alla propria testata e, quindi, accrescere il valore del suo brand.