Il debutto di Snap a Wall Street? Un successo che ha superato anche le più rosee aspettative dell'azienda. Il primo giorno di scambi si è concluso con una valutazione di 25 dollari per azione, in aumento di oltre il 40 percento rispetto a quella di 17 dollari, che, a sua volta, era già più alta rispetto alle aspettative che si assestavano intorno ai 14-16 dollari. A fine giornata il valore di Snapchat, che con il costo iniziale delle azioni era salito a 24 miliardi di dollari, è schizzato a 33,5 miliardi di dollari. Si tratta della più grande IPO da quella di Alibaba nel 2014. Ma c'è chi considera il successo di Snapchat troppo sopravvalutato.
Grazie all'IPO Snap ha raccolto 3,4 miliardi di dollari, rafforzando la sua posizione come "unicorn" della Silicon Valley, cioè le realtà la cui valutazione supera il miliardo di dollari. Ma non solo, perché il successo iniziale di Snap in borsa potrebbe spingere altri unicorni a fare la stessa mossa, dopo un periodo in cui l'ingresso a Wall Street era visto come un rischio troppo grande. Rischi che comunque anche nel caso di Snap ci sono: da un lato l'ingresso in Borsa è stato un successo, ma dall'altro l'azienda è costantemente sotto attacco da parte di Facebook, che ormai ha letteralmente smontato pezzo per pezzo Snapchat per riproporre molte funzionalità nelle sue app.
Snapchat si è così ritrovata una crescita degli utenti fortemente rallentata nel corso dell'ultimo trimestre, intoppo al quale dovrà trovare soluzione il prima possibile per evitare che la fiducia nei suoi confronti cali ulteriormente. D'altronde attualmente l'app può contare su circa 160 milioni di utenti, quando realtà come Facebook vanno ben oltre il miliardo. Proprio come nel caso del social network di Mark Zuckerberg, anche le azioni di Snapchat sono state vendute senza diritto di voto, cioè senza possibilità di far valere la propria opinione sulla guida dell'azienda, che resta saldamente nelle mani dei co-fondatori Evan Spiegel e Bobby Murphy.