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Spam nella casella di posta: 1 utente su 3 cade nel tranello

Stranamente pare che molti utenti siano portati ad aprire lo spam nonostante ne conoscano il pericolo. Una ricerca di Halon rivela i risultati di un’indagine su un capione di 1000 intervistati americani. In Italia siamo altrettanto “disattenti”?
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Halon – società di Goteborg che offre prodotti per la protezione sulla rete – ha condotto un'indagine sul mercato USA dal quale è emerso un dato inaspettato: a nulla (o quasi) servono le campagne di informazione su come evitare danni e truffe via mail, perchè gli utenti si dichiarano propensi ad aprire le email sospette, sebbene un dichiarato spam.

Il sondaggio condotto su una popolazione di 1000 adulti statunitensi da TNS Global ha fornito i seguenti risultati:

– il 94,7% degli utenti sono stati oggetto di email spam contenenti virus o spyware;
– l’8,8% ha aperto il file allegato e infettato il computer;
– un terzo era sul punto di aprire il file dopo la lettura del messaggio trappola, ma si è fermato in tempo;
– i mittenti dello spam più comuni sono istituzioni bancarie (15,9%), social network come Facebook e Twitter (15,2%) e servizi di pagamento online (12,8%);
– la natura di spam viene identificata prevalentemente dall’oggetto, ancor più se interamente scritto in maiuscolo (70,5%),  o da una formattazione irregolare ( 62,4 %) o dall'uso di un linguaggio insolito ( 56 %);
– le donne cadono maggiormente nel tranello se il "finto mittente" è un social network, mentre gli uomini sono più sensibili a promesse di premi monetari o tematiche afferenti al sesso, nudo femminile, e affini;
– il 31,4% degli intervistati, una volta scoperto il tranello, reagisce inviando mail allo spammer o provando a mettersi in contatto tramite altri canali, in primis il telefono.

“Lo spam di posta elettronica è un fatto spiacevole dell’esistenza nell’era del computer. Gli utenti sono diventati più consapevoli delle minacce che devono fronteggiare ma gli spammer sono diventati anche più furbi nel mascherare i messaggi. Le società che forniscono web hosting e servizi di posta elettronica non sempre riescono a prevenire il recapito di email spam, così le persone devono fare più attenzione ai messaggi che potrebbero danneggiare il loro computer, a volte in modo irreparabile” ( co-fondatore di Halon, Jonas Falck).

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