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Squadre di volontari per la censura web: i cyber scout thailandesi

In Thailandia la censura della rete ha raggiunto una nuova frontiera: quella dei Cyber Scout, un esercito di volontari incaricato di segnalare minacce virtuali e comportamenti scorretti alle autorità competenti.
A cura di Mario Maaroufi
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Censor-web

La libertà di stampa e d'opinione, si sa, in alcune zone del globo è un optional e, soprattutto nei paesi orientali, i governi cercano di controllare in modo autoritario i vari canali d'informazione, ora a scopi di propaganda ora con fini di protezione degli organi di potere nazionali. E così, se in Cina c'è il Grande Firewall Cinese, anche la Thailandia ha deciso di muovere i primi passi verso la censura online, ma in modo più originale: il governo del Paese, infatti, ha intenzione di addestrare delle squadre di volontari contro delle non meglio definite minacce contro la sicurezza nazionale e le istituzioni.

L'esercito di cyber spioni, con ogni probabilità, sarà particolarmente efficace perché con questa campagna il Governo è riuscito ad enfatizzare la fedeltà alle istituzioni allo scopo di proteggerle con urgenza da un pericolo invisibile ma presente. Una lotta ideologica, quindi, ma anche pratica, con lo sviluppo del programma Cyber Scout di cui le squadre potranno avvalersi. Secondo quanto riportato da alcune fonti, l'iniziativa è stata annunciata già da diversi mesi e ora le autorità sarebbero passate all'azione, addestrando un primo gruppo nella sessione del 20 e 21 dicembre 2010.

Se da un lato i Cyber Scout determineranno l'incremento della censura in Thailandia nell'immediato futuro, dall'altro non faranno altro che minare ulteriormente l'immagine delle stesse istituzioni che il Governo intende proteggere. E, di fronte ai 100.000 siti già bloccati dalle autorità del Paese, l'applicazione di altri filtri e censure peggiorerà progressivamente le condizioni della Thailandia. Come fatto notare da molti, è necessario che il Governo autorizzi la raccolta libera e autonoma delle informazioni per potenziare l'istruzione e diffondere la conoscenza tra i propri abitanti.

Peccato che le autorità thailandesi non vogliano capirlo. La Thailandia come nuova Cina?

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