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Startup e mobile: le mobile app del Wind Business Factor 2013

Si apre la mini-serie di interviste alle startup del WBF 2013. Oggi le mobile app – Inbooki, Smarfle e Where’s Up – parlano di business model, punti deboli, competitor temibili e best practice da emulare.
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Inizia oggi la mini-serie di post dedicati alle 12 startup selezionate per il primo girone del Wind Business Factor 2013 ed impegnate nel programma di Training che la competition aveva messo a disposizione dei fortunati.
Quattro post di approfondimento sulle startup. Quattro "fil rouge" che vedono protagoniste le startup ora perchè focalizzate sul mobile, ora perchè volte alla valorizzazione del made in Italy, ora perchè educational, o infine perchè proiettate verso la commercializzazione sul web.

Oggi ci concentreremo sulle mobile-startup. Qualche domanda a Giacomo Barigazzi, Massimo Michetti ed Andrea Fingolo, rappresentanti rispettivamente di  InbookiSmarfle e Where's Up, per conoscere meglio il servizio e molto altro delle loro realtà.

L'idea: il prodotto dietro il nome

Inbooki è una mobile app pensata per iOS e Android che consente la scrittura, la pubblicazione e la lettura di e-book innovativi – gli in-book – in grado di consentire al lettore di variare il contenuto dei libri in base al suo profilo, l'ambiente circostante e le sue scelte attive. Smarfle è un player musicale mobile, social network e piattaforma di gaming pensate per personalizzare l'ascolto musicale in base alle preferenze dell'utente, riconoscendo l'abitudine di ascolto nei diversi momenti della vita quotidiana (dal lavoro, alla pausa in palestra) e creando dei mix da associare ad ogni situazione, condividendoli con i propri amici.
Where's Up, invece, è un'app per iOS e Android che geolocalizza gli eventi sul territorio nazionale, mappando anche le promozioni associate e permettendo di inserirne di propri for free.

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Come fare revenue? Il modello di business studiato

Giacomo ci spiega che per Inbooki il modello di business è duplice: il primo è B2B, proponendo alle case editrici l'acquisto della piattaforma per gli e-book nel loro portafoglio; il secondo è B2C, vendendo ai lettori tramite l'app gli in-book creati in self-publishing dagli autori. Agli autori spetta il 30% del fatturato generato, Apple e Google trattengono il 40% sulle transazioni ed il rimanente 30% va ad Inbooki.
Per Smarfle il business model è sviluppato in due step: in una prima fase il mobile advertising e l'affiliazione con store musicali e ticketing per concerti ed eventi consentiranno una fetta di revenue. Step successivo sarà lo sviluppo dell'algoritmo alla base di Smarfle per proporre una API che integri Smarfle a servizi che da competitor, oggi, diverrebbero partner, domani, ed insight sulle abitudini di ascolto degli utenti immagazzinate da Smarfle.
Where's Up, ci spiega Andrea, si regge su un semplice modello freemium.

L'investimento necessario

Where's Up cerca un seed per assumere developer che permettano di ultimare il prodotto, sviluppare campagne adv e creare una forza commerciale per spingere il prodotto. Inbooki ha le idee chiare sulle cifre necessarie: 500k è la somma richiesta in 3 anni per lanciare la piattaforma in particolare nel mercato anglofono, USA in primis. Smarfle, invece, non è ancora pronto ad interfacciarsi con gli investitori; solo una fase più avanzata del prodotto, con lo sviluppo delle opportune metriche per supportare il modello di business, gli investitori saranno chiamati all'appello per aumentare la scalabilità del prodotto.

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Semplice elencare i punti di forza. Noi vogliamo sapere, invece, il vostro punto debole

Per Where's Up il punto debole è legato alla mancanza di developer sufficienti a sviluppaere rapidamente il prodotto, per tale ragione servono capitali per rafforzare l'organico ed andare avanti con il prodotto ancora immaturo.
Smarfle pecca nelle skills commerciali, di marketing e business development. Tanto forti sul versante tecnico, quanto in cerca di supporto da parte di mentor ed advisor sul fronte business.
Inbooki, infine, dichiara che il loro punto debole è la tempistica di produzione degli in-book da parte degli autori. L'attesa media è di circa 6 mesi dal momento della registrazione di un autore al momento della pubblicazione dell’opera. Tutto ciò implica un ritorno sull’investimento di marketing per niente immediato e molto più lungo rispetto ad altri prodotti mobile/web. Una soluzione sarà, in parte, proporre concorsi che stimolano gli autori a concludere i loro in-book entro una data stabilita.

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Abbiamo chiesto a Where's Up qual è la best practice a cui si ispirano

Andrea cita senza esitazione Beintoo come loro benchmark di riferimento. Riuscire a creare un ecosistema in cui i pagamenti avvengono attraverso un’unica moneta virtuale (i famosi Bedollars), grazie anche al contributo di numerosi partner, per offrire agli utenti sostanziali vantaggi è ciò che vorrebbero replicare, sebbene in un contesto molto differente.

Per Smarfle quali sono i competitor più temibili?

Il mercato della musica digitale è molto infuocato. Smarfle ha come suoi punti forti l’intelligenza e la componente social. Nel primo ambito ci sono alcuni progetti che hanno una mission simile alla loro, ovvero selezionare la musica giusta al momento giusto, ma pochi puntano a sfruttare i vantaggi apportati dell’intelligenza artificiale. Fra questi sembra spiccare l'americana Senzari che con l’app WahWah sta cercando di colmare questa lacuna. Attualmente però nessuna di queste si è imposta come killer app.
Dal punto di vista social il competitor da tener d’occhio è Soundtracking, che mira a semplificare la condivisione della musica con i propri amici.

Quale potrebbe essere la partnership vincente per ciascuno?

Una casa editrice che lancia un in-book scritto da un autore di fama internazionale è il sogno di Inbooki. Smarfle mira a stringere accordi commerciali con importanti player del mercato musicale digitale – Gracenote, come provider di metadati, Spotify e Deezer, come servizi di streaming in grado di accrescere il bacino di utenza, Beintoo per la gamification e pricing. Where's Up non si sbilancia, ma lascia le porte aperte.

Per tutti lo zoccolo duro è il marketing e la commercializzazione. Nuove tecniche di mobile advertising sono a supporto del mondo delle app per accrescere il bacino di utenza sul mercato consumer e certamente le tre startup in merito hanno ancora da imparare.

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