“Steve ci ha insegnato a essere curiosi”: il messaggio della famiglia a 10 anni dalla morte di Jobs
Sono trascorsi 10 anni dalla morte di Steve Jobs e il suo ricordo è più vivo che mai. Il 5 ottobre 2011 il fondatore di Apple si arrendeva di fronte all'aggressività di un carcinoma con cui combatteva da alcuni anni. Ma è bastato poco prima che le sue gesta, fatte di lampi di genio e ostinazione, lasciassero il posto al mito che di lì a poco avrebbe permeato la cultura popolare. Per questo decimo anniversario, la famiglia dell'inventore e imprenditore statunitense ha deciso di omaggiarne la memoria con un messaggio, pubblicato direttamente sul sito ufficiale dell'azienda.
In ricordo di Steve
"Ognuna e ognuno di noi ha cercato conforto seguendo la propria strada, ma oggi ci unisce la bellezza del nostro amore per Steve e per quello che ci ha insegnato". La prima parte del testo dà subito l'idea di un aspetto intimo della vita di Jobs sconosciuto ai più: il rapporto che aveva con la sua famiglia. Tuttavia, come nell'ambito lavorativo, anche nella vita privata tendeva a dare maggior importanza a una specifica postura mentale e non sorprende che quest'ultima coincida perfettamente con quanto gli ha permesso di rivoluzionare il mondo: "Steve ci ha insegnato ad aprirci alla meraviglia del mondo, a provare curiosità per le nuove idee, a guardare dietro l’angolo e soprattutto a conservare l’umiltà di chi si sente sempre agli inizi".
In altre parole, per l'informatico statunitense i tre ingredienti alla base di una vita degna di essere vissuta erano la sensibilità, la fame di conoscenza e il ripudio di qualsiasi atteggiamento borioso. Nella parte finale, il testo scritto dai suoi cari, che appare quasi come se fosse una lettera inviata a milioni di persone, sottolinea un'altra caratteristica di Jobs (probabilmente la più importante) che riguarda la bellezza.
"Una delle maggiori fonti di consolazione è stata poter associare Steve alla bellezza. La vista di qualcosa di bello (un bosco sul fianco di una collina, un oggetto ben costruito) evoca in noi il suo spirito. Persino nei suoi anni di sofferenza, Steve non ha mai perso la sua fede nella bellezza del vivere". Nulla esclude che nella nascita di quel suo credo spirituale ci sia lo zampino della filosofia orientale, a lungo frequentata e vissuta. Per la famiglia, le varie anime di questo uomo (lavoratore, marito e padre) erano indissolubilmente legate dalla certezza dostoevskiana che la bellezza avrebbe salvato il mondo. Tutto sommato, un'idea che ancora non trova riscontro nella realtà, ma che sarebbe alquanto difficile non condividere.