Steve Jobs a colloquio con Obama, in compagnia di Schmidt e Zuckerberg
Il triumvirato della rete, il trio di geek che tiene in pugno il mondo, incontrerà oggi il presidente degli Stati Uniti d'America per parlare di innovazione, la nuova parola d'ordine dell'amministrazione Obama che, fin dal celebre discorso sullo Stato dell'Unione, non ha mai smesso di rimestare nel pentolone della classica retorica nordamericana cercando di ridare fiducia ad una nazione che è stata pesantemente colpita dalla crisi economica e che stenta a trovare le motivazioni per ripartire. Del resto, proprio in quel famoso intervento, Obama ebbe modo di citare, a mo' d'esempio, sia Google che Facebook quali simboli d'innovazione e orgoglio nazionale.
Noi siamo la nazione che ha messo le automobili sulle strade e i computer negli uffici; la nazione di Edison e dei fratelli Wright; di Google e Facebook. In America, l’innovazione non cambia semplicemente le nostre vite. Fa parte di noi, è così che viviamo.
Non citò Apple, ma da Apple non si può prescindere. All'appello sembra mancare BigM, ovvero l'azienda di Redmond che, orfana di Bill Gates, fatica a riconquistare un posto di primo piano nell'immaginario collettivo malgrado le sue revenues siano pienamente soddisfacenti. A colloquio con Obama, comunque, non ci saranno solo i guru di Facebook, Google ed Apple, ma anche svariati altri imprenditori del settore tecnologico i cui nomi non sono stati ancora resi noti. I temi dell'incontro, che si terrà questa sera a San Francisco, saranno: innovazione, investimenti in ricerca e sviluppo, formazione, energia pulita.
Subito dopo il meeting, il presidente degli Stati Uniti dovrebbe raggiungere Hillsboro, in Oregon, dov'è prevista una visita al quartier generale di Intel. Insomma, sembra proprio che Obama abbia intenzione di profondere tutte le sue energie nel mantenimento della promessa di sviluppo fatta ai nordamericani qualche settimana fa. Uno sviluppo che intende coordinare con i maggiori protagonisti del settore tecnologico made in USA.
Naturalmente, viste le sue chiacchieratissime condizioni di salute, è soprattutto la partecipazione del CEO della compagnia di Cupertino a destare l'attenzione della rete. Proprio in queste ore, infatti, gli Apple-fan sono preda del peggior sciacallaggio giornalistico. Questa mattina il National Enquirer ha pubblicato una notizia dal taglio decisamente gossipparo (e affatto scientifico) all'interno della quale si arriva a sostenere che a Steve Jobs restino solo sei settimane di vita. Questa brillante deduzione è stata fatta dallo specialista di terapia intensiva Samuel Jacobson sulla base di alcune sgranatissime foto che ritraggono il buon Steve nei pressi del Centro Oncologico di Stanford. Insomma, più che il parere di un medico sembra quello di un santone, una deduzione degna di un veggente con tanto di palla di vetro e turbante che, fingendo una trance, sussurra "Vedo… Vedo… Steve Jobs in punto di morte…".
Come direbbe il caro vecchio principe Antonio De Curtis, ma ci faccia il piacere!