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Su Facebook stanno vendendo pezzi di Foresta Amazzonica (ma il social non riesce a impedirlo)

La piattaforma di Mark Zuckerberg ha annunciato che verranno aggiornate le politiche commerciali: scopo della scelta è vietare che sulla comunità digitale di compravendita vengano venduti terreni di aree protette. Nel febbraio 2020 la BBC aveva condotto un’inchiesta che denunciava il ricorso al canale del social network da parte degli speculatori edilizi.
A cura di Ivano Lettere
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Facebook ha annunciato l'aggiornamento delle proprie politiche commerciali affinché possa essere vietata sul Markeplace dell'azienda la vendita di terreni protetti. Risale infatti a febbraio 2020 l'inchiesta condotta dalla BBC che ha rivelato la quantità di lotti della Foresta Amazzonica messi in vendita sul mercato di Facebook: la somma delle singole aree negoziate sugli annunci pubblicitari corrisponde a circa 1.000 campi di calcio.

I particolari dell'indagine

Dal lavoro investigativo della BBC è emerso che la maggior parte degli annunci pubblicitari presenti nella comunità digitale di compravendita provenivano da Rôndonia, uno stato nel Brasile occidentale e uno dei più deforestati dell'intera nazione. Un fenomeno che va avanti da anni e che poggia anche sulla corruzione politica, tanto che molto spesso chi vende gli appezzamenti di un'area protetta fa affidamento sul potere esercitato dal governo e sulla sua capacità modificare lo status di un lotto deforestato: privato della vegetazione, l'appezzamento cessa di essere un luogo tutelato e ciò spinge allevatori e imprese edilizie a chiedere al governo il lasciapassare per trasformarlo in un'area che ospiterà allevamenti intensivi e costruzioni.

Facebook Shopping
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Inoltre, chi piazzava i lotti ha ammesso di essere sprovvisto di un titolo fondiario, il solo certificato su cui compare il nome del proprietario di quel terreno. Nel 30% dei casi, i terreni disboscati sono di proprietà pubblica e molto spesso ospitano comunità indigene. Oltre al progressivo smantellamento dei regolamenti che arginano la deforestazione delle aree protette, noto ormai da tempo, la BBC ha dimostrato quanto fosse facile trovare i lotti protetti venduti su Marketplace: bastava digitare nella barra delle ricerche la versione portoghese di termini come "Foresta", "Giungla nativa" e "Legname", aggiungendo come filtro uno degli stati brasiliani. Il prezzo di vendita poteva raggiungere anche i 35.000 dollari e alcune zone messe in vendita erano grandi come 1.000 campi da calcio messi insieme.

La scelta di Facebook

Il provvedimento della piattaforma arriva con mesi di ritardo e consisterà nell'esaminare "gli elenchi su Facebook Marketplace sulla base dell'autorevole database di aree protette di un'organizzazione internazionale per identificare gli elenchi che possono violare questa nuova politica". Tutto questo per impedire che vengano inferti ulteriori danni all'ecosistema del "polmone" più grande della Terra. Come in altre circostanze, il social network ha scelto di adottare con poca puntualità una misura indispensabile per la salvaguardia della fauna, della flora e delle tribù indigene. Nel post pubblicato sul proprio blog, i responsabili hanno dichiarato che "questi sono i primi passi che Facebook sta facendo per affrontare il problema, e come con altre iniziative di integrità continueremo a lavorare per impedire alle persone di aggirare la nostra applicazione".

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