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Su Instagram potresti dover pagare per guardare alcune storie

Battezzata Exclusive Story, la nuova tipologia di storie Instagram in fase di perfezionamento da parte degli sviluppatori dovrebbe essere del tutto simile alle normali storie del social, ma poter essere visibile solamente ai follower degli autori che hanno deciso di corrispondere loro la somma richiesta per la visione.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Da social network fotografico, Instagram si sta trasformando in qualcosa di molto diverso. Lo ha confermato il numero uno Adam Mosseri nei giorni scorsi e lo ribadiscono tutti gli ultimi cambiamenti apportati all'app negli scorsi mesi e anni – dai Reel alla sezione shopping. Il prossimo passo in direzione di una piattaforma votata al consumo di contenuti multimediali in senso più generico arriva da una novità ancora in fase di lavorazione: si chiama Exclusive Stories, ed è la possibilità di rendere le proprie storie a pagamento, destinandole a una cerchia ristretta di utenti iscritti ad apposite liste di distribuzione.

Questo tipo di contenuto non è ancora stato reso ufficiale da Instagram; ad intercettarne gli elementi grafici all'interno dell'app è stato lo sviluppatore software ed esperto di reverse engineering Alessandro Paluzzi. Sul suo profilo Twitter, Paluzzi descrive la funzionalità come qualcosa di simile al sistema all'abbonamento Super Follow che ha in programma di lanciare Twitter – trasportato però nel contesto delle storie di Instagram. Nello specifico, le Exclusive Story dovrebbero essere del tutto simili alle normali storie Instagram, ma poter essere visibili solamente ai follower degli autori che hanno deciso di corrispondere loro la somma richiesta per la visione.

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La soluzione si baserà sull'iscrizione a gruppi di fan fedelissimi, ma sulle modalità e i prezzi non sono ancora trapelati dettagli. Instagram potrebbe decidere di lasciar scegliere ai creator quanto far pagare ai fan e ogni quanto richiedere il pagamento (su base mensile o settimanale), oppure mantenere il controllo su una o entrambe queste variabili. Quel che è certo è che ai contenuti pubblicati in questa modalità verrà riservato un minimo grado di sicurezza aggiuntiva: durante le visualizzazione delle storie a pagamento lo smartphone non potrà infatti catturare schermate di ciò che viene mostrato sul display. La misura è facilmente aggirabile, ma dovrebbe porre un minimo argine al dilagare del materiale messo insieme dai creator.

Se confermate, le storie a pagamento si inserirebbero in un solco tracciato da tempo dal social ed evidenziato dalle recenti parole del suo responsabile Adam Mosseri: dare più spazio alle possibilità di guadagno per i creator, anche a scapito dell'esperienza d'uso originale del social. In tutto ciò i gestori non ne uscirebbero senza un ritorno economico: eventuali guadagni rastrellati dai creator passerebbero con tutta probabilità da una tassazione imposta dal gruppo Facebook.

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