Telecom Italia, dall’Antitrust maxi multa per abuso di posizione dominante
L'Antitrust ha multato Telecom Italia per abuso di posizione dominante nelle infrastrutture di rete con una sanzione complessiva di 103,794 milioni di euro. Questo il risultato dell'istruttoria avviata il 23 giugno 2010 con cui è stato stabilito che l'azienda italiana ha realizzato azioni di abuso, con due distinti comportamenti, nei confronti dell'espansione dei concorrenti nei mercati dei servizi di telefonia vocale e dell'accesso ad internet a banda larga.
Come delineato nella nota dell'Authority il problema accertato è stato condotto in due distinte situazioni da parte di Telecom Italia. Per primo la società ha opposto ai concorrenti un numero elevato e non giustificato di rifiuti di attivazione dei servizi all'ingrosso, i cosiddetti KO. Oltretutto dai dati emersi è risultato che Telecom, nell'esercizio della propria discrezionalità, ha trattato gli ordinativi provenienti dagli altri operatori in modo discriminatorio rispetto a quelli provenienti dalle proprie divisioni interne.
La stessa nota oltretutto prosegue dichiarando che "attraverso tali comportamenti Telecom ha ostacolatol'accesso dei concorrenti all'infrastruttura, sia nel caso della fornitura di servizi su linea attiva, sia nel caso della fornitura di servizi su linea non attiva. Ciò ha di fatto reso significativamente più difficoltoso per gli altri operatori, il processo di attivazione dei servizi di accesso alla rete rispetto alle divisioni interne di Telecom".
Il tutto ha chiaramente determinato la sanzione da parte dell'Antitrust di 88,182 milioni di euro che tiene conto di alcune attenuazioni per Telecom per le diverse attività avviatedal 2009 sul miglioramento delle procedure di accesso ai concorrenti e sulle perdite di esercizio. A tutto questo però si deve aggiungere anche "una politica di scontistica alla grande clientela business per il servizio di accesso al dettaglio alla rete telefonica fissa, tale da non consentire a un concorrente, altrettanto efficiente, di operare in modo redditizio e su base duratura nel medesimo mercato". L'azienda infatti dal 2009 al 2011 ha realizzato una politica tariffaria per quanto concerne la clientela business capace di restringere i margini del mercato concorrente per quanto riguarda il dettaglio dei servizi di accesso alla clientela non residenziale.
L'Antitrust ha infine dimostrato come "Telecom non sarebbe stata in grado di offrire i servizi al dettaglio ai prezzi praticati senza subire perdite se avesse sostenuto i costi all'ingrosso praticati ai concorrenti". Per questo si sarebbe deliberata in più una sanzione di 15,612 milioni che tiene conto di un'aggravante connessa alla recidiva.
Negli ultimi minuti proprio Telecom Italia ha deciso di replicare alla decisione intrapresa da parte dell'Authority presentando innanzitutto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. In merito l'azienda rossa ha dichiarato di aver sempre assicurato agli operatori concorrenti la piena parità di trattamento nell’accesso alla sua rete, nel rispetto delle normative vigenti grazie anche all’implementazione volontaria del modello "Open Access e degli impegni assunti". Oltretutto Telecom Italia è certa di poter dimostrare la correttezza dei propri comportamenti nelle sedi giudiziarie competenti e fa presente che il modello Open Access è sempre stato sottoposto ad accurati controlli e verifiche da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e dall’Organo di Vigilanza che ne hanno riconosciuto il buon funzionamento in termini di parità di condizioni di accesso alla rete.