Telefonia, abolizione dei costi di roaming rimandata al 2018
L'abolizione dei costi di roaming in Europa è stata rimandata al 2018, i 28 stati membri dell'Unione Europea hanno infatti accettato la proposta della presidenza lettone, una nuova proposta presentata in Parlamento europeo che fa slittare l'azzeramento del sovrapprezzo pagato sul traffico da cellulari nei Paesi Ue al 2018. Il motivo del rinvio dell'abolizione del roaming sarebbe da attribuire alla necessità di conteggiare nel dettaglio le tariffe all'ingrosso, ovvero le spese che gli operatori si praticano a vicenda per l’accesso alle reti.
Dal primo gennaio la presidenza dell'Ue è infatti affidata alla Lettonia che ha confezionato un nuovo testo più flessibile rispetto a quello proposto dal Parlamento Europeo nel pacchetto Connected Continent realizzato da Neelie Kroes che ha tentato di abolire i costi di roaming in Europa entro la fine dell'anno in corso. Come sostiene anche Fatima Barros, presidente per il 2015 del Berec, non è possibile eliminare il roaming dall'oggi al domani poiché si rischi che a pagare per quella minoranza che viaggia e si collega ad internet sia chi resta a casa. Il nuovo documento prevede che a partire da giugno 2016 gli utenti in roaming potranno godere di 5 minuti di chiamate, 5 SMS e 5 MB di traffico dati a tariffa standard per poi applicare i costi di roaming in base ai vari operatori, costi che dovranno comunque restare all'interno di una certa soglia. Al momento non sono stati resi noti i limiti ed i prezzi anche se secondo alcune indiscrezioni si parla di circa 5 centesimi di extra. Questa fase sarà in vigore fino al 2018 quando il parlamento europeo dovrà decidere se eliminare definitivamente i costi del roaming o se attivare una strategia differente. Almeno per ora dunque a vincere la battaglia sono state le compagnie telefoniche che avranno ancora tre anni per poter sfruttare a proprio vantaggio i costi del roaming a discapito dei consumatori.