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Tenere il vecchio smartphone salva al pianeta milioni di tonnellate di emissioni

Secondo uno studio pubblicato dall’European Environmental Bureau, attendere pochi mesi in più del solito prima di cambiare lo smartphone può fare bene non solo al portafogli ma anche a tutto il pianeta. Se tutti facessimo passare un anno in più del consueto tra un acquisto e l’altro sarebbe come far sparire dalle strade due milioni di auto per un anno.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Cercare di sostituire il meno spesso possibile il proprio smartphone è una buona abitudine per diversi motivi. Da una parte in effetti produttori fanno il proprio mestiere tentando di ingolosire potenziali clienti con gadget dalle caratteristiche sempre più spettacolari; d'altro canto però la realtà è che rimanere ancorati ancora qualche mese al proprio ma affezionato telefono è un bene non solo per il portafogli, ma per l'intero pianeta. A confermarlo sono i risultati di uno studio dell'European Environmental Bureau, secondo i quali se tutti nella sola Unione Europea aspettassimo appena un anno in più del solito prima di sostituire i nostri telefoni risparmieremmo al pianeta l'equivalente di 10 milioni di tonnellate di CO2.

Sarebbe come se togliessimo improvvisamente dalle strade per un anno due milioni di auto; se poi arrivassimo a tenerci telefoni e smartphone per cinque anni in totale, il numero raddoppierebbe. Il risparmio – continua lo studio – è stato calcolato prendendo in considerazione la quantità di energia necessaria per due tipologie di attività: quella di produzione e distribuzione dei nuovi modelli acquistati ogni anno nell'UE, e quella di smaltimento dei vecchi dispositivi che finiscono in discarica per passare ai modelli successivi.

Per lo studio una parziale soluzione al problema sarebbe quella di iniziare a prediligere prodotti che si possano riparare a basso prezzo e preferibilmente in autonomia. Poter cambiare facilmente il vetro rotto di uno smartphone può convincere il proprietario ad aspettare ancora qualche mese prima di sostituire del tutto il gadget; in modo simile, se una batteria che non tiene più la carica potesse essere sostituita senza l'intervento di un centro specializzato o spese di manodopera, renderebbe l'operazione più fattibile ritardando l'acquisto di un nuovo modello.

Prodotti come Fairphone sono già realizzati con questa filosofia in mente, mentre tra i produttori di smartphone più affermati purtroppo è ancora forte la convinzione che i dispositivi debbano essere il più eleganti e compatti possibile, rendendo così impossibile ripararli con strumenti standard e parti reperibili in autonomia. Apple in particolare rimane particolarmente restia a concedere ai propri utenti il diritto di riparare da sé i propri iPhone e iPad, anche se ultimamente ha reso più accessibili le operazioni di riparazione da parte di negozi di assistenza terzi. La volontà di prendere parte a un cambiamento simile deve però partire anche dai singoli utenti: ai quali viene chiesto di mettere un freno alla smania di mettere le mani sul gadget più moderno del momento, con il processore più veloce o la fotocamera meglio attrezzata.

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