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Tim Cook cita Steve Jobs alla Duke University: “Pensate in modo diverso e siate coraggiosi”

“Think different”, pensate in modo diverso, e non accettate lo status quo. Sono queste le parole che hanno accompagnato il discorso di Tim Cook alla Duke University, dove ha presieduto la consegna dei diplomi citando il fondatore e CEO dell’azienda di Cupertino.
A cura di Marco Paretti
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"Think different", pensate in modo diverso, e non accettate lo status quo. Sono queste le parole che hanno accompagnato il discorso di Tim Cook alla Duke University, dove ha presieduto la consegna dei diplomi citando il fondatore e CEO dell'azienda di Cupertino, che proprio su quel "Think different" ha fondato tutta la filosofia della sua realtà. "Aspirate a lasciare questo mondo meglio di come l’avete trovato" ha affermato Cook durante il suo intervento durato circa un quarto d'ora. "Qualsiasi cosa scegliate di fare nella vita, ovunque vi porti la passione, vi esorto a prendere il potere che vi è stato dato e di utilizzarlo sempre".

Cook ha posto una grande attenzione sul sentimento di rivoluzione inteso come scintilla per l'innovazione. "Non sempre ho visto la vita in modo chiaro come la vedo oggi, ma ho imparato che la più grande sfida nella vita è sapere quando abbandonare il sapere convenzionale" ha continuato. "Non vi limitate ad accettare il mondo come lo avete ereditato, non accettate lo status quo. Le grandi sfide vengono superate e i miglioramenti duraturi vengono raggiunti da persone che osano provare qualcosa di diverso. Osate, pensate in modo diverso".

"Sono fortunato ad aver imparato tutto questo da qualcuno che credeva profondamente in questo pensiero, qualcuno che sapeva che per cambiare il mondo bisogna seguire una visione, non un percorso" ha poi spiegato Cook. "Parlo del mio amico e mentore, Steve Jobs. Secondo la visione di Steve, le migliori idee provengono da un irrequieto rifiuto di accettare le cose così come sono, un principio che ci guida ancora oggi in Apple". Poi il CEO di Cupertino ha anche lanciato una frecciatina alla questione Facebook: "Rifiutiamo la scusa secondo la quale ottenere il massimo dalla tecnologia significhi rinunciare al diritto alla privacy. Quindi scegliamo un percorso diverso: raccogliere il minor numero di dati possibili sugli utenti e trattare con cura e con rispetto ciò che abbiamo tra le mani".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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