Come se la situazione di Facebook non fosse già abbastanza grave, ora anche Tim Cook si inserisce nella questione dello scandalo di Cambridge Analytica sferrando un colpo abbastanza diretto al fondatore e CEO del social network. Durante un'intervista rilasciata alla MSNBC, a Tim Cook è stato chiesto come si sarebbe comportato se fosse stato Zuckerberg. La risposta del CEO è stata secca: "Io non mi sarei trovato in questa situazione". Un vero e proprio schiaffo a Facebook in un momento in cui il social network naviga in acque estremamente difficili.
Certo, Cook non gestisce un'azienda impegnata nel business dei social media – Ping, il social network fallimentare di Apple, era un prodotto di Jobs – ma ha già dimostrato di poter portare le battaglie sulla privacy a livelli estremi, come dimostrato con la guerra contro l'FBI sul caso di un iPhone bloccato legato ad un caso terroristico. Facebook ha invece scelto un approccio decisamente più liberale con i dati degli utenti, nonostante le politiche della piattaforma siano cambiate negli anni, soprattutto dopo il periodo che ha consentito al ricercatore Aleksandr Kogan di ottenere i dati di 50 milioni di iscritti, poi ceduti a Cambridge Analytica.
C'è poi da sottolineare il fatto che Apple e Cook si sono (quasi) sempre dimostrati in grado di gestire le fasi critiche dal punto di vista della comunicazione. Il CEO della mela ha sempre pubblicato una lettera sul sito ufficiale in caso di situazioni difficili per l'azienda, spesso anticipata da un tweet. Zuckerberg, invece, ha impiegato diversi giorni per scrivere una lettera sul suo profilo ufficiale e, anche in quel caso, ha fallito nel chiedere scusa ai suoi utenti. Ha recuperato solo il giorno dopo durante un'intervista con la CNN, ma da questa situazione si evince come lui e la sua azienda non siano in grado di gestire le fasi critiche come dovrebbero.