Tim Cook ha difeso la decisione di rimuovere l’app per le proteste di Hong Kong
Poche ore fa ha fatto notizia la rimozione dall'App Store di HKmap.live, un'app utilizzata dai manifestanti di Hong Kong per coordinarsi durante le proteste che ormai proseguono da mesi all'interno della città. La casa di Cupertino ha già fornito le proprie argomentazioni a sostengno della decisione, ma la questione è diventata talmente spinosa e delicata che il numero uno dell'azienda, Tim Cook, in queste ore ha voluto spiegare ai propri dipendenti la posizione più nel dettaglio con un'email interna. Il documento è trapelato online attraverso gli stessi sviluppatori di HKmap.live, che però ovviamente non facevano parte della lista di destinatari ufficiali; con tutta probabilità si tratta di un inoltro effettuato da un dipendente Apple, che però è stato ritenuto autentico da più parti.
Nell'email Cook parte con una osservazione quasi banale: il fatto che ogni tecnologia possa essere utilizzata per fare sia del bene che del male, e non sia di per sé connotata in alcun modo sotto questo punto di vista. Nel caso specifico di HKmap.live — continua Cook — si tratta di un software in realtà utile a molti cittadini e manifestanti che non vogliono incorrere in problemi o trovarsi in pericolo per il semplice fatto di voler manifestare il proprio dissenso. A portare alla rimozione dell'app sono state le informazioni riferite ad Apple dalle forze dell'ordine di Hong Kong — secondo le quali l'app viene utilizzata anche da una minoranza di persone per accerchiare pattuglie solitarie o compiere reati in totale impunità.
Il ragionamento emergeva già abbastanza chiaramente nelle motivazioni fornite al pubblico per la rimozione dell'app da App Store, ma nell'email di Cook è legato a una nota di carattere politico: nella chiusura del documento si legge che "I dibattiti di ordine nazionale e internazionale sono importanti, ma non hanno alcuna influenza sui fatti concreti". Il riferimento è alla tempesta mediatica generata dalle decisioni di ammettere HKmap.live all'interno dell'App Store e successivamente di rimuoverla: da una parte il governo cinese e dall'altra i sostenitori della protesta si sono apertamente schierati — a fasi e ruoli alterni — con o contro la società per ciascuna delle due decisioni prese. "In questo caso" conclude Cook "abbiamo analizzato i fatti, e crediamo che la decisione presa proteggerà al meglio i nostri utenti".