Torna la bufala di WhatsApp Gold e del video Martinelli: è una catena di sant’Antonio

Chi tiene traccia di tutte le bufale che circolano su WhatsApp avrà sicuramente sentito parlare di WhatsApp Gold e del video Martinelli, due elementi di fantasia che circolano in coppia in una stessa catena di missive che periodicamente torna in circolazione all'interno dell'app. Ebbene in questi giorni sulla piattaforma di messaggistica istantanea del gruppo Facebook si stanno moltiplicando le segnalazioni relative alla ricomparsa di questo messaggio: un blocco di testo che paventa la diffusione di un virus che infetta i telefoni alla semplice apertura di un video o di un fantomatico aggiornamento a WhatsApp Gold.
Cosa dice il messaggio di WhatsApp Gold e del video Martinelli
Per la precisione il messaggio recita: "Oggi la radio parlava di WhatsApp Gold ed è vero. C’è un video che verrà rilasciato domani su WhatsApp e si chiama Martinelli. Non aprirlo. Si Inserisce nel tuo telefono e nulla che fai lo risolverà. Spargi il messaggio se conosci qualcuno. Se ricevi un messaggio per aggiornare WhatsApp Gold non aprirlo! Hanno appena annunciato che il virus è serio. Mandalo a tutti". Nessuno degli elementi fondanti della catena ha però alcuna attinenza con la realtà.
WhatsApp Gold e il video Martinelli: non c'è niente di vero
Innanzitutto WhatsApp Gold è un software che semplicemente non esiste, neanche come aggiornamento o come versione alternativa di WhatsApp. Anni fa circolava un link che prometteva un simile aggiornamento e che effettivamente tentava di infettare i telefoni che lo visitavano, ma da allora la minaccia non si è più riproposta. Il fantomatico video Martinelli non ha riscontri bella realtà, ed è inutile dire infine che la radio non ha parlato di nulla di tutto ciò; aver aggiunto il riferimento a questo fatto nel testo del messaggio è semplicemente uno stratagemma degli autori per dare una parvenza di credibilità a quanto scritto.
Una catena innocua ma fastidiosa
Del resto anche gli altri elementi della catena sono progettati per spingere i destinatari a inoltrarla più volte possibile: la minaccia di un virus realmente esistito in passato può convincerli che l'inoltro sia un atto di responsabilità e pubblica utilità, mentre l'invito esplicito alla diffusione rappresenta la spinta finale. Infine, l'uso di avverbi temporali generici come "oggi" e "domani" – che valgono in qualunque data venga ricevuto e reinviato il messaggio – mantengono la catena sempre attuale e a rischio diffusione. L'ennesima ondata di messaggi che si è diffusa in questi giorni ne è una testimonianza.