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Traffico di droga e dipendenti sotto sorveglianza: Tesla ha nascosto attività criminali nella sua fabbrica

Un ex dipendente del team di sicurezza di Tesla, l’azienda fondata da Elon Musk, ha rivelato alla Securities and Exchange Commission che la realtà americana avrebbe messo a tacere alcune investigazioni interne riguardanti attività illecite svolte all’interno della sua Gigafactory in Nevada.
A cura di Marco Paretti
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Un ex dipendente del team di sicurezza di Tesla, l'azienda fondata da Elon Musk, ha rivelato alla Securities and Exchange Commission che la realtà americana avrebbe messo a tacere alcune investigazioni interne riguardanti attività illecite svolte all'interno della sua Gigafactory in Nevada. Queste investigazioni si stavano focalizzando su alcuni importanti furti e un "sostanziale traffico di droga" all'interno della grande fabbrica di Tesla. Tra le accuse, inoltre, l'ex dipendente ha sottolineato la presenza di un possibile sistema di sorveglianza di massa dei dispositivi elettronici dei dipendenti da parte dell'azienda.

Secondo Karl Hansen, l'informatore, a maggio la Drug Enforcement Administration avrebbe indicato a Tesla che "diversi dipendenti potrebbero aver partecipato ad un traffico di narcotici e alla vendita di quantità significative di cocaina e metanfetamina all'interno della Gigafactory come parte di un'operazione del cartello messicano Sonora Mexico". Secondo un portavoce della DEA, però, "l'autorità non notifica le entità non governative delle investigazioni", sottolineando che non avrebbe parlato delle investigazioni a Tesla. Hansen, però, sostiene che al tempo aveva individuato connessioni tra alcuni dipendenti e il cartello messicano, ma che la sua richiesta di notificare la DEA è stata rifiutata dall'azienda.

Stando alle dichiarazioni dell'ex dipendente, oltre al supposto traffico di droga, dalla fabbrica sarebbero stati rubati 37 milioni di dollari in rame e altri materiali preziosi tra gennaio e giugno di quest'anno. L'azienda gli avrebbe però chiesto di "non riportare questi furti alle autorità" e di bloccare ogni investigazione personale. Hansen è stato poi licenziato a luglio. Tesla avrebbe inoltre sorvegliato illecitamente i suoi dipendenti, installando degli speciali router in grado di intercettare le comunicazioni telefoniche dei lavoratori. Alle accuse dell'ex dipendente, però, l'azienda ha risposto affermando che le dichiarazioni di Hansen sono "in parte false" e "non possono esser confermate".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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