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Trasparenza, educazione e promozione sono i tre pilastri della riforma AGCOM

L’ AGCOM approva la nuova riforma sui contenuti digitali protetti da copyright basata su tre pilastri legati alla trasparenza, educazione e promozione.
A cura di Daniele Cretella
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Trasparenza, educazione e promozione. Sono questi i tre pilastri sui quali si fonda la nuova riforma di AGCOM (Autorità Garante delle Comunicazioni) approvata dal consiglio nei giorni scorsi. Ad illustrarne i caratteri principali è il Commissario dell' ente Maurizio Dècina all' interno di una recente intervista rilasciata a La Repubblica nelle scorse ore. Secondo Dècina, infatti, la nuova riforma dell' AGCOM risponderebbe direttamente alle esigenze illustrate all' interno del c.d. Decreto Romani del 2010 all' interno del quale veniva idealmente consegnato il testimone per la realizzazione di strumenti più efficaci nella battaglia alla pirateria informatica ed alla distribuzione di materiale protetto da copyright.

Già il precedente Consiglio dell' AGCOM (sostituito nel Luglio del 2012), infatti, aveva tentato di realizzare un nuovo regolamento che, però, fu aspramente contestato dalle principali forze politiche e dai consumatori a causa delle sue misure giudicate come eccessivamente restrittive. Sarebbero, dunque, tre i pilastri sui quali si fonderebbe la nuova riforma approvata dal Consiglio: trasparenza sull' operato dell' AGCOM nei confronti degli utenti utenti e dei proprietari del copyright; educazione sull' utilizzo corretto di internet e dei contenuti protetti; promozione della distribuzione legale dei contenuti.

Il primo dei tra "pilastri" si andrebbe a collocare direttamente all' interno di un contesto di maggiore trasparenza tra autorità ed utenti, grazie alla possibilità di monitorare su internet le principali operazioni realizzate dell' AGCOM ed il dibattito mediato dal Comitato Tecnico. Il secondo, invece, andrebbe ad educare gli utenti sulle caratteristiche dei contenuti coperti da copyright, andando a scoraggiare un determinato utilizzo della rete senza però ledere alcuna libertà. A tal proposito non sarà più utilizzato alcun indirizzo IP per bloccare l' accesso degli utenti, ma soltanto i DNS come forma di inibizione (la modifica successiva da parte dell' utente potrebbe ripristinare rapidamente la situazione precedente). Infine, il terzo punto sembrerebbe essere quello più interessante. La promozione dei contenuti legali, infatti, dovrebbe aiutare gli utenti ad indirizzare le ricerche degli utenti verso i distributori legali, alcuni dei quali addirittura gratuiti (vedi YouTube).

Si tratta, dunque, di una riforma apparentemente più permissiva, ma allo stesso tempo volta ad una maggiore consapevolezza da parte degli utenti sull' utilizzo dei contenuti coperti da copyright.

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