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Troppa tecnologia abbassa il desiderio sessuale

L’abuso nell’utilizzo di tecnologie legate a computer, smartphone e tablet riduce il desiderio sessuale, ma non è l’unico dei problemi causati dal c.d. “tecnostress”.
A cura di Daniele Cretella
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Troppa tecnologia riduce il desiderio sessuale. Che l'utilizzo incessante di computer, smartphone e tablet stia logorando in maniera sempre più evidente i rapporti "reali" tra le persone non è certo una novità. D'istinto, il dito viene puntato su quelli che sono i più noti social network come Facebook e Twitter che, anziché creare un collegamento tra le persone, in troppi casi tende all'opposto, ossia ampliare la distanze tra le stesse. Ma i danni causati da un abuso della tecnologia sembrano essere addirittura più gravi.

Secondo quanto riportato all'interno di un recente studio condotto da Net dipendenza Onlus, sarebbero circa 2 milioni gli italiani ad essere colpiti dal c.d. tecnostress, ossia una particolare patologia che scaturisce "dall'uso eccessivo e simultaneo di informazioni veicolate dai videoschermi" ed è causa di disturbi come mal di testa, ipertensione, ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali e cardiocircolatori, depressione e calo del desiderio. Quest'ultimo punto appare particolarmente rilevante dal momento che tale patologia sembrerebbe ridurre il livello di testosterone, ossia l'ormone che provoca la libido nell'uomo, portando a risultati a dir poco devastanti nel rapporto di coppia.

A questo, poi, si aggiunge il problema della presenza ormai ossessiva in rete che tra un sms, un messaggio Facebook ed una mail rende praticamente impossibile momenti di intimità tra le coppie. Un dato confermato anche la dalla ricerca condotta dal Journal of American Mediacal Association all'interno della quale è emerso che nel 16% dei soggetti che fanno un abuso delle tecnologie vi è una totale assenza di stimoli sessuali. Insomma, la questione inizia a diventare seria e la tecnologia potrebbe davvero rappresentare quel fattore invisibile che contribuisce all'instabilità dei rapporti. La soluzione? Maggiore dialogo "reale" e meno interazioni digitali. Ma siamo davvero disposti a tutto ciò? 

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